Dopo l’anteprima veneziana dei primi due episodi (qua la nostra recensione), arriva su Sky Atlantic ZeroZeroZero, l’attesissimo adattamento che Stafano Sollima ha fatto di un altro libro di Roberto Saviano, dopo il successo mondiale di Gomorra. E non si può che confermare l’ottima impressione avuta al Lido: anzi, se allora l’incipit poteva far nascere qualche dubbio (in quanto, all’interno del solidissimo impianto cinematografico del regista, si ammiccava al pubblico meno smaliziato con una struttura narrativa circolare un po’ abusata pur se efficace), gli episodi tre e quattro li spazzano via. Perché entriamo nel vivo di una storia che ora combacia alla perfezione con l’ispirazione di Sollima: a posteriori, se gli episodi uno e due sono serviti ad introdurre il senso e la geografia dell’opera, adesso si fa sul serio. Con equilibrio invidiabile il regista si posa lieve ma duro su ogni personaggio, su ogni segmento narrativo, centrandone il fulcro emotivo e senza sbilanciarsi mai rivelandone il percorso.
Senza dilungarsi sull’abilissima riscrittura del testo originale (anche qui Saviano dà solo lo spunto che viene totalmente reinventato dal regista), va chiarito che ZeroZeroZero non è un’inchiesta, ma racconta di sistemi criminali e familiari diversi e uguali, contrapposti e combacianti: la violenza e la ricerca del potere sono le leggi che dominano, che si tratti di criminalità organizzata o rapporti familiari. Ed è per questo che la mano di Sollima è prima di tutto una scelta felice, in secondo luogo forse la visione più adatta per descrivere ed inquadrare la voluntas di ZeroZeroZero: la sua macchina da presa è probabilmente quella che in questo momento storico sa muoversi meglio di tutte le altre al mondo per descrivere l’azione, senza dimenticare che il contenitore parla del contenuto. Perché se apparentemente un regista action può sembrare poco portato a parlarci delle complesse, mostruose e devianti dinamiche disfunzionali familiari, basta accorgersi che la violenza in ZeroZeroZero è vista come un virus, un’infezione che attacca pubblico e privato, fuori e dentro, padri e figli.
Un’opera che si fonda sui contrasti degli opposti e li unisce inesorabilmente in un amalgama appassionante e appassionata: dalla Calabria più oscura al Messico più impolverato, fino al Marocco più seducente e pericoloso, il viaggio che Sollima fa compiere ai suoi protagonisti è interiore ed esteriore. Parallelamente alla diffusione del virus, del Male: è come se davanti gli occhi dello spettatore lentamente ma inesorabilmente qualcosa stia dilagando, un filo rosso sangue colleghi tutto e tutti con quell’immanenza (tipica del cinema di Sollima) che scrive nel cielo che qualcosa sta per accadere.
E nessuno sarà risparmiato.
Anno: 2019
Durata: 8 per 60'
Distribuzione: Sky Atlantic
Genere: Drammatico
Nazionalita: Italia
Regia: Sergio Sollima
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