Da sempre attento alle trasformazioni del paesaggio umano e geografico del proprio paese, il cinema di Jia Zhangke racconta la modernità attraverso il conflitto tra passato e presente.
Swimming out till the Sea Turns Blue ne conferma le coordinate della poetica, ancora una volta posizionate sul filo delicato dell’esistenza umana intesa sia in veste di resoconto intimo e personale, sia come riassunto di un’esperienza sociale e collettiva.
Così appare, infatti, quella riportata nelle parole degli scrittori intervistati dal regista cinese rispetto all’origine e ai temi del proprio “mestiere”, conseguenza dello scarto esistente tra gli anni dell’infanzia, quelli della rivoluzione maoista, trascorsi nelle comunità rurali in cui la “meglio gioventù” del paese veniva inviata come garanzia di progresso e prosperità, e i seguenti, post-rivoluzionari, a partire dalla centralità assunta dal territorio urbano, percepito come propulsore della nuova (rispetto a quella professata dalla Rivoluzione) modernità.
Swimming out till the Sea Turns Blue: un’esposizione fluviale
Suddiviso in capitoli, Swimming out till the Sea Turns Blue però non si limita ad essere una polifonia di voci, toni e ricordi chiamati a rappresentare variazioni esistenziali del medesimo processo storico e neanche si accontenta della coerenza della struttura narrativa, suddivisa in titoli e capitoli utili a contenere e dare ordine a un’esposizione a dir poco fluviale, corrispondendo a quella romanzesca e letteraria di cui si occupano coloro che sono chiamati a parlare davanti alla macchina da presa.
Jia Zhangke, infatti, fa delle immagini un simulacro di universi opposti in cui a quello tipico della Cina comunista, frutto di una realtà comprensibile solo se condivisa all’unisono, e per questo tratteggiato da composizioni sature delle facce e dei corpi di chi vi prese parte, se ne accompagna un altro, nel quale a dominare su tutto il resto è la solitaria presenza dell’interlocutore di turno, incorniciata da una scena spoglia e fatta apposta per rafforzare la filosofia della svolta capitalistica in cui l’identità del singolo prevale sull’anonimato della massa.
Evento Speciale della sezione Berlin Special 73, il documentario di Jia Zhangke non ha deluso gli estimatori del regista cinese
Mettendo al centro della scena gli scrittori e i romanzieri più acclamati del paese, e facendo del loro punto di vista la misura con cui il film guarda il mondo, Jia Zhangke riporta indietro le lancette del tempo, ristabilendo il primato della cultura e di quel libero pensiero messi al bando dal “Grande timoniere”.
Nell’essere figlio del suo tempo Swimming out till the Sea Turns Blue non si prende nessuna rivincita.
Al contrario, tornando indietro e ripensando all’eredità dei padri, a prevalere sono una tenerezza e una comprensione delle cose che volgono spesso alla poesia.
Evento Speciale della sezione Berlin Special 73 il documentario di Jia Zhangke non ha deluso gli estimatori del regista cinese.
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