Andiamo, però, per ordine, e cominciamo a parlare del primo, messo in piedi nel 2018 grazie ad un crowdfounding su Eppela. Nato come serie per il web, Milza man si è in seguito evoluto nel mediometraggio di un’ora circa in questione, concepito dal collettivo La Maladolescenza. Collettivo di videomaker indipendenti di cui, appunto, fanno parte anche i due registi Vincenzo Campisi e Antonio Vezzari, chiaramente “malati” di exploitation in fotogrammi. Perché il loro modo di proporre un nuovo supereroe italiano risente in maniera evidente più della cultura trash che del celebratissimo Lo chiamavano Jeeg robot. Supereroe palermitano, per la precisione, la cui vicenda, se vogliamo, miscela il vendicatore tossico della Troma alle bizzarrie grottesco-sociali di Daniele Ciprì e Franco Maresco. Supereroe che altro non è che l’evoluzione di un tranquillo venditore ambulante di panini con la milza interpretato da Lucio Ciampallari.
Venditore ambulante che, oppresso dalla criminalità locale, in seguito ad un incidente ottiene il potere di sparare roventi milze dal polso (!!!).
Uno Spider-man alla siciliana, dunque, impegnato a combattere gli strozzini nelle borgate di Palermo e affiancato da un socio da scoprire durante la visione.
Una movimentata visione che, per lo più parlata in dialetto siculo opportunamente fornito di sottotitoli traduttivi, trasuda humour anche nei diversi extra dispensati dal disco. Extra comprendenti trailer, tre ironiche clip promozionali, dieci minuti di lezioni di storia palermitana del professor Bonini Paolo, tifosissimo del Palermo e altrettanti di backstage. Senza contarne dodici di intervista agli autori, i cortometraggi The desire to desire e Pubblicità progresso e due videoclip. Videoclip di Hyperbaric rendez vous e Ho abbandonato il porno, esattamente, a condimento di questa follia a budget zero per trashofili incalliti.
Gli stessi trashofili che, appunto, non potranno fare a meno di amare anche L’invasione degli astronazi, già celebrato sulle pagine del fu Taxidrivers cartaceo. Un già cult dell’underground tricolore che, diretto nel 2009 da Alberto Genovese, si presenta sulla fascetta come “Il fantakolossal più povero di tutti i tempi!”. Un fantakolossal dalla trama singolare: Adolf Hitler viene rigenerato al computer da alieni del pianeta Aldebaran, interessati ad invadere la Terra. Ma non finisce qui, perché, in mezzo ad astronavi a forma di svastica e tanta rozza effettistica digitale, seguiamo le imprese di due goffi balordi. Matt e Rico, ovvero Giovanni De Giorgi e Yuri Plebani, impegnati nella immaginaria città di Vistakovia a recuperare il bottino di una loro rapina telematica.
Due goffi balordi oltretutto tallonati dal seguace di Satana Mordecai alias Massimo Muntoni, all’insegna del puro delirio in evidente omaggio alla fantascienza degli anni Cinquanta. Del resto, se da un lato “guerre dei mondi” assortite vengono richiamate alla memoria dal distruttivo attacco extraterrestre, dall’altro non manca neppure una godzillesca creatura. Una creatura proto-tirannosauro che, tanto per non farci mancare nulla, è abbigliata come un carrista delle SS, rendendo ancor più assurdi gli oltre ottanta minuti.
Quindi, cosa avrebbe fatto il famigerato Edward D. Wood Jr, considerato il peggior cineasta di sempre, se fosse stato ancora vivo nel XXI secolo? Avrebbe sicuramente confezionato L’invasione degli astronazi, degno erede del suo chiacchieratissimo Plan 9 from outer space.
Degno erede qui accompagnato da contenuti speciali rappresentati da diversi trailer, un backstage in galleria fotografica, la rassegna stampa e due scene tagliate. Oltre ai tre short Il dottor Ekkel, Tele invasione e Lo squartato di Praga, da guardare esclusivamente insieme a L’invasione degli astronazi e Milza man.