L’esilio tunisino di Bettino Craxi, che si chiama solo presidente, tra piatti di pasta proibiti, scatti d’ira, ironia tagliente, considerazioni politiche, rimpianti, un ‘Garibaldi fu ferito’ canticchiato sul divano sdraio del cortile della sua casa di Hammamet. Si intitola semplicemente Hammamet, in sala dal 9 Gennaio, in 400 copie, il film che Gianni Amelio ha voluto dedicare alla figura dell’ex presidente del partito socialista, incarnato da un mimetico, fino all’estremo, Pierfrancesco Favino.
Hammamet è nato quasi per caso nella mente di Gianni Amelio, che non è mai stato socialista né craxiano. Dice il regista: “Con i produttori del film La tenerezza, Agostino e Mariagrazia Saccà, un giorno sono stato a pranzo. Agostino ha un pallino: fare, un giorno, un film su Cavour; mi offre quello e mi dice di aver avuto un rapporto intenso con la figlia. Lì mi scatta la lampadina: ‘Perché scomodare Cavour, perché non parliamo di Craxi e di sua figlia?’. L’ho buttata lì per liberarmi di Cavour. Poi l’ho preso sul serio e ho voluto raccontare la storia di Craxi che è un grande rimosso degli ultimi vent’anni. Su di lui è caduto un silenzio assordante, ingiusto. Si possono esprimere opinioni contrarie in modo non fazioso, a me non interessava raccontare Bettino Craxi degli anni Ottanta, io non l’ho mai visto come una star, ma come un politico negli ultimi sei o sette mesi della sua vita. Il film descrive la lunga agonia di un uomo che ha perso il potere e va verso la morte. Il passato ritorna in questo eremo tra gli ulivi delle colline tunisine dove non si è messo in salvo ma coltiva rimorsi, rimpianti e rabbia. Un uomo macerato fino all’autodistruzione“.
Pierfrancesco Favino: “Di Craxi conoscevo l’uomo politico, la vicenda giudiziaria, non conoscevo l’uomo e il suo privato, quello è stato l’oggetto del mio lavoro. Io ho visto tutte le registrazioni video che ho potuto, molto mi ha dato Gianni, altro ho trovato io. Ho cercato tanto dell’ultimo periodo ma anche quello che veniva prima, per capire cosa era cambiato, vederlo marciare nel pieno delle sue forze e poi zoppicante nella casa di Hammamet“.