Il tempo delle mele (La Boum), un film francese del 1980, diretto da Claude Pinoteau. Il film, che ebbe uno straordinario successo di pubblico in tutto il mondo, rappresentò l’esordio cinematografico di Sophie Marceau, all’epoca quattordicenne, protagonista nel ruolo di una studentessa. Dopo un esordio al sesto posto del box office francese, col passare del tempo grazie anche al passaparola, il successo della pellicola è andato sempre in crescendo. In Francia ha superato i 4 milioni di spettatori, in Italia i 7 milioni, raggiungendo un totale di oltre 15 milioni in tutta Europa. La pellicola ha avuto un grande riscontro anche nel resto del mondo, soprattutto in Giappone. Due anni dopo, nel 1982, usciva Il tempo delle mele 2, realizzato dai medesimi artisti e tecnici. Venne aggiunto un unico personaggio protagonista, Philippe (Pierre Cosso). Durante un’intervista rilasciata nel 2003, in occasione dell’edizione del film in DVD, molti personaggi (Sophie Marceau in testa) hanno dichiarato la propria eventuale disponibilità ad interpretare un ipotetico terzo capitolo, che adatti all’attualità i ruoli e le età dei protagonisti (alcuni dei quali hanno ormai superato abbondantemente i quarant’anni e, a loro volta, sono padri e madri di famiglia). Con Sophie Marceau, Claude Brasseur, Brigitte Fossey.
La Trama
Vic, tredicenne figlia di una coppia prossima alla separazione, affronta la propria difficoltosa adolescenza fra patemi sentimentali, guai scolastici e turbe familiari.
Pochi film hanno avuto un impatto così profondo su una generazione come Il tempo delle mele. Un film diventato di culto di cui si continua a parlare anche quasi 40 anni dopo. Per gli interpreti, Sophie Marceau su tutti, per la trama e per la colonna sonora, il brano Reality, diventato storia. È anche un film che continua a fare ascolti ogni volta che passa in tv. È il 1980 quando il film di Claude Pinoteau esce al cinema. È la storia di una ragazzina di 13 anni, Vic, che s’innamora perdutamente del compagno Mathieu. A quell’età, si sa, tutto è estremo. Non ci sono sfumature. Si vivono i sentimenti a mille allora. Sono passati 39 anni da quel film, ma gli adolescenti, nel loro modo di affrontare le prime questioni di cuore, non sono cambiati poi tanto. Si è sempre detto che il successo immediato di Il tempo delle mele era perché sapeva parlare a quella generazione. Ma la trasformazione in film di cult0 è avvenuta quando è stato chiaro che riusciva a fare breccia anche in quelle successive. Pochi film hanno saputo raccontare il mondo dei ragazzini senza scadere in banalità o stereotipi. Perché parlare di certi argomenti, come il sesso, a quell’età, ancora oggi mette a disagio la maggior parte degli adulti. Invece Pinoteau ha saputo farlo con garbo e con un pizzico di innocente malizia. Come ogni film entrato nell’immaginario collettivo, Il tempo delle mele ha fermato alcuni ricordi indelebili. Come la scena del sacchetto di popcorn. O quella in cui Mathieu mette le cuffiette del walkman sulla testa di Vic per farle sentire la canzone. Che non è una qualunque. Ma Reality. Che con il suo ritornello Dreams are my reality ha fatto davvero sognare milioni di ragazzi. Cantata da Richard Sanderson, è stata scritta da Vladimir Cosma e Jeff Jordan per la colonna sonora del film. Un successo certificato dal primo posto in classifica in 15 Paesi diversi e dalle 10 milioni di copie vendute.