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Film Festival dei Diritti Umani di Lugano: No Obvious Signs di Alina Gorlova

Il film narra le vicende di una donna soldato che faticosamente cerca di tornare alla vita normale dopo l’esperienza del conflitto armato

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Al Film Festival dei Diritti Umani di Lugano non poteva mancare un opera dedicata al Disturbo Post Traumatico da Stress o DPTS, che purtroppo spesso colpisce anche coloro che si trovano a lavorare in zone e situazioni a rischio. Questo è quanto accade alla protagonista di No Obvious Signs di Alina Gorlova, che pone agli spettatori interrogativi la cui risposta non è mai troppo semplice o scontata.

Il film narra le vicende di una donna soldato che faticosamente cerca di tornare alla vita normale dopo l’esperienza del conflitto armato. La regista osserva con partecipazione gli incontri con gli psicologi, le piccole sfide quotidiane, la volontà di riprendere in mano una quotidianità fatta di cose semplici. Obiettivi apparentemente facile in chi è riuscito a tornare a casa senza gravi ferite fisiche, ma estremamente complesso per chi, invece, deve lottare e affrontare ogni giorno i propri disturbi invisibili dove emergono angosce, attacchi di panico, ossessioni, paure. Al film, classificato al DOK Leipzig Festival internazionale del documentario e del film d’animazione come Miglior documentario dell’est europeo, ha seguito un interessante approfondimento moderato da Pierre Ograbeck, giornalista RSI, al quale hanno partecipato Alan Friedman, giornalista, scrittore, esperto di economia, e Ennio Bordato, presidente AASIB Onlus.

Il moderatore ha toccato gli orrori accaduti nella strage di Beslan nel 2004 e ciò ha fornito l’occasione per conoscere meglio una Svizzera impegnata a battersi sul tema dei Diritti Umani con aiuti concreti, come quelli portati dalla AASIB Onlus che ha dato un contributo importantissimo per aiutare i bambini a sostenere i traumi. La collaborazione fra AASIB e Università di Padova ha permesso di portare avanti un programma dedicato fatto di uno screening iniziale seguito da formazione sul campo per gli psicologi in loco e di un DVD interattivo attraverso il quale i bambini potevano ricostruire la loro quotidianità.Bordato pone l’attenzione sull’importanza della cooperazione e della socializzazione. Il vissuto di solitudine rende infatti più doloroso ogni tentativo di uscire da traumi molto gravi. È difficile tornare alla normalità dopo aver vissuto a 360 gradi un’ansia perenne e paure che piano piano si trasformano in ossessioni. Anche nel film la stessa regista evidenzia con una frase questo concetto quando la protagonista sostiene:”Avrei preferito tornare in guerra piuttosto che affrontare la società”.

Alan Friedman si sofferma sull’importanza di mostrare cosa rappresenti subire un fenomeno universale che lascia tracce indelebili. Segue un interessante dibattito politico con punti di vista diversificati e appetitosi che permettono al pubblico presente di sviluppare una coscienza critica e scegliere da quale parte stare. Il format sviluppato al Film Festival dei Diritti Umani si rivela uno strumento interessantissimo che svolge anche una significativa funzione educativa.

  • Anno: 2018
  • Durata: 60'
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Ucraina
  • Regia: Alina Gorlova

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