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Bolzano Film Festival

Goodbye, Dragon Inn di Tsai Ming-liang: il cinema che si prende il tempo

Goodbye, Dragon Inn di Tsai Ming-Liang, é un’opera poetica e di potenza evocativa profonda sulla settima arte

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Goodbye, Dragon Inn, presentato al Bolzano Film Festival, si conferma come un’opera poetica e di profonda potenza evocativa sulla settima arte. Il film ruota attorno all’ultima proiezione prima che un vecchio cinema chiuda per sempre. Vari personaggi, figure o spiriti si aggirano in questo luogo desolato e dimenticato: la bigliettaia, il proiezionista, gli spettatori. Sono personaggi veri o spiriti?

Tsai Ming-liang e il cinema contemplativo

Il maestro Tsai Ming Liang è capace di creare un cinema poetico, di profonda riflessione sul  Cinema tout court. Grazie a lunghissime — e quasi estenuanti — sequenze, attendiamo fino al punto in cui il rullo della pellicola si esaurisce, per creare nello spettatore una fortissima sensazione di estraniamento da ciò che vede. Allo stesso tempo, questo stile genera una sensazione opposta: quella cioè di un’esperienza di visione cinematografica nella sua forma più pura. Le inquadrature dilatate fino allo sfinimento, ampliano il tempo diegetico, generando una nota ironica e beffarda. Vediamo, dunque, personaggi compiere un’azione per sei minuti, e il regista sceglie di mostrarla per intero — e, perché no, anche di allungarla.

Il cinema di Tsai Ming Liang non è però un mero esercizio di stile fine a se stesso: rivela la ferma volontà di guardare — o leggere (in cinese il verbo è lo stesso) — l’immagine nella sua interezza, nella sua forma più piena.

Goodbye, Dragon Inn dimostra come il cinema possa avere realmente una sua spazialità e una sua tangibilità, che passa attraverso l’immagine per farsi verità materiale. Grazie alla formalità di una macchina da presa quasi del tutto immobile, che incornicia una fotografia tetra, fatta di angoli bui, umidi e corridoi lunghissimi e sporchi, si costruisce uno spazio diegetico labirintico, in cui sembra impossibile trovare una via d’uscita. Rari quei film che riescono, con così grande semplicità, a varcare le soglie dello schermo e dichiarare una propria esistenza materica.

Un film sul tramonto della sala cinematografica

Non è un caso, allora, che la persistenza ossessiva dell’acqua sia un elemento determinante. Nel cinema abbandonato è tutto un gocciolio: dagli orinatoi agli scarichi, fino alla pioggia. L’ambiente stesso è un personaggio che penetra in modo disarmante nei protagonisti e, attraversandoli, ne plasma i volti e le risposte. Lo spazio del cinema, diventato un luogo d’incontro di solitudini umane, si pone così in contrapposizione alla dinamicità del film proiettato in sala.

L’opera del regista taiwanese si nutre di contrasti, e fa della dimensione crepuscolare la propria riflessione: un cinema infestato da presenze e spiriti; la realtà di una sala ormai vagabonda. Il film racconta il tramonto di un’epoca in cui la sala cinematografica era il fulcro di un mondo in dissoluzione, di uno sguardo antico che si prende tempo — o che perde tempo — davanti a ciò che guarda. Un mondo in cui la solitudine dei personaggi diventa un leitmotiv, e la malinconia di due spettatori, dei quali “non si ricorda più nessuno”, è la lacrima amara di un tempo che fu.

Una riflessione nostalgica e concreta sul cinema

Il cinema di sottrazione di Tsai Ming-liang non è solo uno sguardo nostalgico verso il passato, ma una ferma volontà di imporre allo spettatore di guardare davvero gli elementi che compongono le immagini in movimento. Grazie alla dilatazione temporale, possiamo prenderci il tempo per osservare e capire quanto l’immagine cinematografica sia complessa anche nella sua apparente staticità: colori, suoni, luci e ombre appaiono miracolosamente sullo schermo, come spiriti silenziosi che aleggiavano in attesa.

In questo modo, chiunque guardi il film potrà comprenderne il senso e il valore dell’attesa: fermarsi a guardare. Una concezione quasi ossimorica in un mondo che corre così veloce.

  • Anno: 2003
  • Durata: 82'
  • Genere: Commedia, Drammatico
  • Nazionalita: Taiwan
  • Regia: Tsai Ming Liang