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Film da Vedere

45 anni di Andrew Haigh, con Charlotte Rampling e Tom Courtenay

Andrew Haigh, regista di Weekend, costruisce un "giallo da camera", puntando sulla giustapposizione tra presente e passato, tra "esistenza ed essenza", mettendo in scena un riuscitissimo trattamento visivo (e sonoro) del tempo, non solo in senso cronologico ma, soprattutto, in relazione ai vissuti emotivi

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45 anni, un film del 2015 scritto e diretto da Andrew Haigh. Il film ha come protagonisti Charlotte Rampling e Tom Courtenay, che hanno vinto l’Orso d’Argento per la migliore interpretazione femminile e maschile al Festival di Berlino del 2015. 45 anni ha ottenuto una candidatura ai Premi Oscar, una candidatura ai David di Donatello, una candidatura ai BAFTA, tre candidature e un premio agli European Film Awards. In Italia ha incassato nelle prime due settimane di programmazione 546 mila euro e 139 mila euro nel primo weekend. Il film è stato presentato in anteprima e in concorso al Festival di Berlino il 6 febbraio 2015 e distribuito nelle sale cinematografiche britanniche dal 28 agosto 2015. In Italia, distribuito da Teodora Film, è uscito il 5 novembre 2015. Con Charlotte Rampling, Tom Courtenay, Dolly Wells, Geraldine James, Sam Alexander.

Sinossi
Manca una sola settimana al 45° anniversario di nozze di Kate Mercer e i preparativi per la festa procedono al meglio quando arriva una lettera per suo marito. Nella missiva si annuncia che il cadavere della prima fidanzata dell’uomo è stato scoperto congelato e ben conservato tra i ghiacciai delle Alpi svizzere. A pochi giorni dall’anniversario, ogni cosa nelle loro vite viene rimessa in discussione.

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Andrew Haigh, giovane regista britannico (1973) venuto alla ribalta negli ultimi tempi anche grazie alla tardiva distribuzione italiana dell’ottimo Weekend (2011), dimostra notevole maturità di sguardo nel mettere in scena la vita coniugale di due persone non più giovani (Charlotte Rampling e Tom Courtenay, entrambi premiati con l’Orso d’Argento per la migliore interpretazione alla scorsa edizione del Festival di Berlino), incrinata dall’improvvisa irruzione di un passato che prende sempre più corpo, fino a costituire una presenza che demolisce lentamente tutte le granitiche certezze accumulate nel corso di una vita. Haigh è abile nell’articolare il rapporto passato-presente, perché se è vero che un vecchio e ardente amore di tantissimi anni prima di Geoff mette improvvisamente a repentaglio tutto quello che si è costruito durante quasi cinquant’anni, ciò, altresì, costituisce la premessa per rivalutare retroattivamente l’intera relazione dei due protagonisti e, dunque, quel qualcosa che di primo acchito sembrerebbe presentarsi come un fulmine a ciel sereno, in realtà già covava virtualmente, in maniera pulsante, giustapponendosi alla (apparentemente) felice vita di coppia. Nulla viene davvero distrutto (il passato), ma sopravvive come patrimonio umano di ogni singolo individuo.

Ecco, dunque, che quel passato che drammaticamente si ‘ripresenta’ in realtà aveva già da sempre inquinato la storia tra Geoff e Kate, e la sua manifestazione agli occhi di lei non è altro che l’effetto dell’insediamento di un evento, il quale, alla fine, riesce a trovare ‘un alloggio’ in cui posizionarsi diventando fenomenologicamente visibile. Esattamente come gli scatti delle diapositive che ritraevano Katya (la vecchia fiamma di Geoff) prima del funesto epilogo (morì durante un’escursione sulle montagne della Svizzera) e che Haigh sapientemente inserisce solo in forma sonora proprio all’inizio del film, quasi a voler segnalare che, comunque, una forma del passato in qualche modo già esisteva, si trattava solo di accendere un proiettore e darle luce, renderla corpo che invade il mondo provocando effetti. Effetti dirompenti, evidentemente: il regista riesce a rendere perfettamente questa intromissione nella sequenza in cui i due anziani signori, dopo un ballo improvvisato in salotto, fanno l’amore, laddove Kate, durante l’atto, invita il compagno a guardarla negli occhi, ma in quel momento il coito si interrompe; successivamente, nel cuore della notte, Geoff si reca in soffitta alla ricerca di una vecchia foto di Katya, e la moglie, avendolo scoperto, ne rimane profondamente e comprensibilmente turbata. È proprio il processo di reificazione del passato che costituisce il cuore del film, riverberando su ogni fotogramma, fino alla sequenza chiave in cui Kate trova il proiettore e vede finalmente il volto dell’altra. Tutto crolla, proprio attraverso quel processo retroattivo che fa rivisitare in maniera del tutto nuova ciò che si credeva dato come immutabile.

Non c’è spazio nel film di Haigh per il sentimentalismo a buon mercato, né per le lacrime, in realtà la storia d’amore sembra quasi il pretesto per mettere in scena un particolare trattamento visivo (e sonoro) di un flusso temporale che, esorbitando i limiti della mera rappresentazione, necessitava di un processo di simbolizzazione che ne restituisse in qualche modo i contorni. È il tempo della durata, e non quello cronologico, che interessa Haigh, il quale, è bene sottolinearlo, è anche lo sceneggiatore del film. Quel fantasma non smette di aleggiare, destabilizzando continuamente Kate, che si era tanto prodigata per la preparazione del ricevimento per il festeggiamento dei 45 anni di matrimonio. Il finale, amarissimo, toglie il fiato, e dimostra come neanche il contesto comunitario (per il quale viene celebrata la ricorrenza) riesca a contenere un dramma che esige di trovare la collocazione che gli spetta. Il regista rivela un’abilità e una profondità di sguardo che impressionano: davvero, viste queste eccellenti premesse, ci si aspettano grandi cose da lui per il futuro.

  • Anno: 2015
  • Durata: 95'
  • Distribuzione: CG Entertainment
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Gran Bretagna
  • Regia: Andrew Haigh

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