Ad oltre trentotto anni di distanza da quando, nel Febbraio del 1981, approdò nelle sale cinematografiche dello stivale più famoso del globo, Bianco rosso e Verdone torna in home video grazie a Mustang Entertainment (www.cgentertainment.it), che lo rende nuovamente disponibile su supporto dvd.
L’ottima occasione per poter rivedere quello che, insieme al successivo Compagni di scuola, rimane, senza alcun dubbio, il capolavoro dell’attore e regista romano Carlo Verdone, in questo caso alla sua seconda fatica dietro la macchina da presa, un anno dopo l’opera d’esordio Un sacco bello.
Un capolavoro attraverso cui l’autore di Troppo forte e Posti in piedi in paradiso ha avuto ancora una volta modo di trasportare i protagonisti dei suoi indimenticabili sketches televisivi all’interno del grande schermo, ritoccandoli o, addirittura, aggiungendovene nuovi.
Perché, prestandogli in prima persona il volto, quelli che porta in scena sono tre caratteri altamente caricaturali che seguiamo nel loro percorso verso le urne in periodo di elezioni: il giovane imbranato Mimmo (praticamente, un clone del Leo visto nel citato Un sacco bello), che parte da Vicenza per recarsi a Roma in compagnia dell’anziana nonna, ovvero Elena”Sora Lella”Fabrizi; il logorroico e Pignolo Furio, caratterizzato da occhiali da vista e barbetta alla Nerone e che, da Torino, si mette in viaggio verso la capitale affiancato dai piccoli figli Anton Giulio e Anton Luca e dalla “povera” moglie Magda alias Irina Sanpiter, la quale non riesce più a sopportarlo; lo sciatto – con tanto di maglietta rialzata per lasciar vedere una pelosa pancia scoperta – emigrato a Monaco di Baviera Pasquale, che fa ritorno a Matera esprimendosi attraverso la gestualità e senza mai pronunciare una parola.
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Almeno fino al memorabile epilogo in cui spurga tutto il suo sfogo nei confronti di una vera e propria Italia ladrona, accentuando ulteriormente il (retro)gusto di esilarante attacco in fotogrammi nei confronti dello stivale tricolore e, in particolar modo, del suo cinico mondo della politica.
Un attacco che, al di là delle numerose occasioni per ridere dispensate grazie anche alla presenza del mitico Mario Brega nei panni del rozzo camionista detto “er principe”, lascia emergere un forte fondo di amarezza perfettamente bilanciato con l’ironia, per merito soprattutto dell’eccellente script a firma dello stesso Verdone insieme a Leo Benvenuti e Piero De Bernardi.
I Benvenuti e De Bernardi provenienti, del resto, proprio da quella Grande Commedia all’italiana che aveva ormai chiuso i battenti prima con Amici miei di Mario Monicelli, sceneggiato nel 1975 dagli stessi, poi per mezzo di Febbre da cavallo, diretto l’anno dopo da Steno e scritto, tra gli altri, dall’Enrico Vanzina che, insieme al fratello regista Carlo, contemporaneamente ai primi lavori verdoniani diede una svolta decisiva al genere più popolare d’Italia ad inizio anni Ottanta (vi dicono nulla Sapore di mare e Vacanze di Natale?).
E fu, infatti, in questo contesto che si collocò il genio comico di Bianco rosso e Verdone, accompagnato dalle più che funzionali musiche del maestro Ennio Morricone e il cui lodevolissimo cast comprende anche una Milena Vukotic prostituta e un Angelo Infanti playboy.
Un genio comico per il cui approfondimento, quindi, risulta non poco indispensabile lo speciale di oltre quaranta minuti che, accanto al trailer, accompagna il film nella sezione extra del disco.
Uno speciale che, tra ricordo di Brega, Massimo Troisi e Sergio Leone (produttore esecutivo non accreditato della pellicola), l’errore sul manifesto e il filmato del provino della Fabrizi (qui premiata con il Nastro d’argento), regala molti interessanti aneddoti.