Visionario, surreale, dadaista, il primo lungometraggio del regista ceco (nato nella morava Kyjov, non lontano dalla affascinante capitale morava Brno, dove si è laureato in Belle Arti), lascia lo spettatore inizialmente basito, incredulo, ma, a mano a mano che il viaggio si compie, lo trascina con sé in un mondo ai confini della vita e della morte. Vienna Calling si basa sulla storia di Ondrej Jajcaj, trafugatore di tombe, filosofo e artista, famoso per aver riesumato illegalmente le salme di Johann Strauss e Johannes Brahms, e descrive il viaggio compiuto dalle protesi dentarie dei due grandi musicisti austriaci fino al Museo del Crimine di Vienna.
Un film al limite della legalità, già dalla prima scena, in cui vediamo il trafugamento da una tomba di denti e gioielli, accompagnato da una simpatica storiella radiofonica su un viaggiatore con una borsa piena di protesi dentarie. Un dentista? No, un becchino. Se questa prima scena è una finzione, propedeutica ad introdurci in questo viaggio al termine della tomba, non lo sono quelle che vedono Ondrej entrare nelle tombe e fare esperimenti sulle ossa, o ancora creare con esse opere d’arte; immagini raccolte invece dal suo canale Youtube.
Per il regista, Ondrej è una sorta di x-file, un alieno, un amico con una strana ma interessante filosofia che vorrebbe assimilare la morte con la nascita, come ci descrive Petr Šprincl con il viaggio attraverso la campagna di una carovana di morte. Con Ondrej, infatti, protagonisti della storia sono due singolari individui che attraversano la campagna su un misterioso caravan trainato da cavalli su cui spicca il disegno di un dente, inghiottendo casuali visitatori perché il cerchio si chiuda. Alla fine del viaggio, la carovana e le protesi di Strauss e Brahms arrivano a Vienna. Una Vienna descritta inizialmente dai due compagni di viaggio di Ondrej quasi fossero guide turistiche, ma che ci portano poi nel mondo della musica contemporanea, passando dalla tomba di Falco ad una moderna discoteca dove imperversa Rock me Amadeus. La visita alla tomba di Falco è un fil rouge che collega il famoso musicista degli anni ’80 a Strauss e Brahms; musicisti viennesi di epoche diverse che si incontrano idealmente, visivamente mostrato da immagini che descrivono una Vienna in equilibrio tra la classicità settecentesca e il mondo moderno. Vienna Calling è un film che colpisce per l’originalità del soggetto e per la sua realizzazione, un road movie ai limiti della realtà che strizza l’occhio all’horror, apripista del film in lavorazione di Šprincl: uno zombie movie lirico-epico, ambientato nella sua Moravia.
Michela Aloisi