‘Mia e il leone bianco’: una favola moderna per raccontare il valore del coraggio
Presentato in Selezione Ufficiale alla Festa del Cinema di Roma, Mia e il leone bianco è un'incredibile storia di amicizia e coraggio rivolta ad un pubblico più giovane e non smaliziato
Presentato nella Selezione Ufficiale alla 13esima edizione della Festa del Cinema di Roma, Mia e il leone bianco, ora su Netflix, è il classico film per ragazzi che si potrebbe incontrare nel pomeriggio del weekend su una delle reti Rai.
Il film è pieno di buoni sentimenti e di valori fondamentali, come quelli dell’amicizia, della famiglia e del coraggio.
Diretto da Gilles de Maistre, tratta la vicenda di Mia (Daniah De Villiers), costretta dalla famiglia a trasferirsi in Africa, lasciando l’Inghilterra e i suoi amici, e trovando come unica compensazione occuparsi di un cucciolo di leone bianco, soprannominato Charlie.
Mia e il leone bianco | Un rapporto fuori dal comune sullo sfondo di scenari unici
Sebbene si tratti di un prodotto evidentemente rivolto e pensato per un pubblico più giovane,Mia e il leone bianco possiede numerosi elementi (anche cinematografici) che lo rendono piacevole e apprezzabile.
A partire dalle suggestive location sudafricane, caratterizzate da distese pressoché infinite e popolate di specie tanto letali quanto affascinanti, oltre che modellate da tramonti ed albe mozzafiato. A fianco di questa natura incontaminata e quasi magica, lo sguardo ravvicinato sul leone bianco e sull’incredibile rapporto con la bambina non fa che inserirsi alla perfezione nello scenario.
Allo specialista Kevin Richardson si devono tutte le scene a stretto contatto con gli animali, ma anche e soprattutto la scoperta della brava protagonista, cresciuta realmente insieme ai leoni in Sud Africa. Sono serviti tre anni per la realizzazione del progetto, affinché potesse godere del maggior realismo possibile, e tutto ciò è evidente nel corso della narrazione.
Mia e il leone bianco | Tra amicizia e valori importanti
Sono numerosi gli argomenti trattati, ciascuno a suo modo di una certa importanza e complessità. L’amicizia è comunque il punto di partenza da cui si dipana il resto (il cuore pulsante della vicenda) ed è grazie ad essa che Mia riesce ad uscire dal guscio in cui si era chiusa. A riprendere in mano le sue giornate e a ritrovare un motivo per sorridere, impegnarsi e lottare.
Ecco allora che si parla di bracconaggio e di caccia a specie in via di estinzione, solo per un gioco futile ed assolutamente deprecabile. Di doveri e responsabilità all’interno di una famiglia e nei confronti di ognuno dei suoi membri. Di un fratello disposto a rischiare qualsiasi cosa per il bene della sorella e della malattia che può inevitabilmente influenzare un percorso di crescita e di presa di coscienza.
Certo non tutte le tematiche appaiono affrontate con la medesima precisione, ma contribuiscono a creare la cornice migliore al racconto e ai suoi personaggi.
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