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Interviews

Festa del Cinema di Roma: intervista a Mario Sesti, coordinatore del Comitato di Selezione

Mario Sesti, noto critico cinematografico (ma anche valente regista e tanto altro ancora), è da molti anni il coordinatore del Comitato di selezione della Festa del Cinema di Roma. Lo abbiamo incontrato e intervistato per avere qualche informazione sui criteri adottati per l'edizione di quest'anno

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Quali sono stati i criteri di selezione dei film della Festa del Cinema di Roma?

Potrei inventarmi moltissime formulette, ma la verità è che l’unico vero criterio quando selezioni dei film, anche per un festival, è che questi abbiano la capacità di risvegliare la tua mente, di toccare il tuo cuore e di mettere in moto occhi e orecchie. Può darsi che in qualche caso dei film siano particolarmente congeniali per il tipo di pubblico che immaginiamo possa essere alla Festa del Cinema, che è un pubblico formato non solo da appassionati cinefili, ma anche un pubblico generalista; alla fine però quello che ti fa veramente lottare per avere un film è il senso di gratitudine che ti prende quando riesce a parlarti profondamente e devi cercare in tutte le maniere di condividerlo con il maggior numero di persone possibili.

Quali sono i film della selezione ufficiale che l’hanno maggiormente colpita?

Mi sono speso in maniera particolare per due film del Sud America, che mi hanno generato questa sensazione di cui parlavo prima, che sono: Sangre blanca ed Hermanos, due noir che parlano della famiglia. Spesso il noir quando è profondo riesce a raggiungere dei sentimenti di drammaticità, di angoscia e di profondo conflitto, che finiscono poi per illuminare anche aree del mondo del racconto che non necessariamente hanno a che fare con uno schema di un genere criminale.

La piattaforma streaming Netflix, produttrice di film e serie, ha un grande richiamo di pubblico. Mi sembra non ci sia alcun titolo di Netflix alla Festa. Nelle successive edizioni potrà trovare una collocazione?

C’è stata un’apertura molto precisa, un colloquio tra il comitato e Netflix, ma non c’è stata la possibilità che selezionassimo delle opere per vari motivi, probabilmente non ce ne erano a disposizione di interessanti, ma sicuramente in futuro accadrà.

È molto attento alle serie. Un fenomeno mondiale di grande richiamo. Quali sono quelle che di recente ha trovato più innovative per tematica e linguaggio? E a tal proposito si attende delle novità?

Sì, molto. Sono tra quelli che considera le serie una fase avanzata dell’evoluzione del cinema, visto che non sono più dei telefilm, ma film lunghi tantissime ore. Quelle che mi hanno particolarmente preso sono: The Affair, il più recente Sharp Objects, ma anche un titolo europeo come La Casa di Carta. Apprezzo anche le serie documentarie, come ad esempio Wild Wild Country su Netflix , documentario diviso in quattro parti che ho trovato molto interessante.

Silvia Scarpini

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