Magnifica ossessione è un film del 1954 diretto da Douglas Sirk. Tatto dall’omonimo romanzo del pastore luterano Lloyd C. Douglas pubblicato nel 1929, è un remake del film Magnificent Obsession (Al di là delle tenebre, 1935) di John M. Stahl.
Fiammeggiante capolavoro mélo di Douglas Sirk diventato immediatamente un film cult. Lo spunto narrativo è un puro pretesto per il regista che adotta le sue scelte narrative ed estetiche “estreme”. Con Jane Wyman, Rock Hudson, Barbara Rush, Otto Kruger, Agnes Moorehead.
Una scena del film
Sinossi
Bob Merrick è un giovane milionario annoiato. Ricoverato dopo un incidente, causa indirettamente la morte di un medico. La cosa lo fa riflettere. Egli cerca poi di farsi perdonare dalla vedova del dottore e, naturalmente, finisce per innamorarsi perdutamente di lei. Diventato a sua volta chirurgo, quando la donna si trova in pericolo lui le salverà la vita e le ridarà la vista con una rischiosa operazione.
Il commento di Taxi Drivers
Nella parabola sirkiana del mélo post-moderno, Magnifica ossessione riveste un ruolo di primissimo piano. Intanto perché segna il punto di rottura tra il Sirk di prima e il Sirk di dopo. Con Magnifica ossessione Sirk getta le basi per reinventare il genere, e con i suoi esperimenti travolgenti di commistione cromatica e invenzione stilistica si è formata almeno una generazione di aspiranti autori mèlo (ma anche noir).
Con Sirk il melodramma perde la sua accezione gravosa e si tinge di tonalità più terrestri: sebbene tratti di vicende quasi incredibili, il mélo sirkiano ha caratteristiche umane e al contempo algide. E il calore dei colori che urla ne è la dimostrazione palese.
Le passioni che trascinano i personaggi che abitano lo schermo sono riconducibili alle esigenze sentimentali dei loro spettatori: divorati dal tormento, patiti della trasgressione, grondanti del sudore provocati dal sole ingannato, quando si innamorano lo fanno perdutamente. Un film ossessionato, senza via di scampo, che taglia, acceca, punge lo spettatore in nome dell’ossessione che lo travolge perdutamente.
Jane Wyman si conferma eroina disperata del cinema sirkiano (confermando il suo primato in Secondo amore – nonostante Lana Turner la talloni senza pietà con la sua perfomance ne Lo specchio della vita, epilogo di Sirk) e Rock Hudson, omosessuale ancora non dichiarato per convenzioni sociali, erge la propria icona a vittima inconsapevole del desiderio.
Magnifica Ossessione è una pellicola che tratta di tematiche complesse come la redenzione, il cambiamento, il perdono, la colpa e l’altruismo disinteressato in favore del prossimo. Sirk, grazie all’ottima fotografia in technicolor, crea un gigantesco affresco di colori pastellati su tonalità calde e tenui, che si miscelano perfettamente, dando adito anche a interpretazioni sul loro significato per gli spettatori.
Melodramma sopra la media e diventato un cult del genere, sebbene il regista, con la stessa coppia di attori, l’anno dopo farà anche meglio con quel capolavoro di Secondo Amore (1955).