Cominciamo dal titolo italiano, quanto mai impreciso e approssimativo: Famiglia allargata, che farebbe pensare a più persone costrette alla convivenza, a due coppie scoppiate con i figli dell’una e dell’altra. Qui ci sono in realtà solo uno scapolo e una donna con due bambini. Lui, Antoine (Arnaud Ducret) è renitente ad ammogliarsi, lei, Jeanne (Louise Bourgoin), vuole un uomo a tutti i costi. Lui è infantile al limite della scemenza, lei resa matura dalla maternità. Si trovano a dividere malvolentieri lo stesso appartamento e, grande originalità, prima si odiano e poi si ameranno.
I personaggi sono talmente privi di sfumature da non suscitare la minima curiosità sul cambiamento della loro relazione. Antoine, fuori dal lavoro, si dedica agli incontri con due amici simili a lui, che vivono di bevute, partite a poker, feste o festini conditi di pasticche. E, ci crederete mai? Ad un certo punto sembra che i bambini le abbiano ingerite, ma poi, ovviamente, non sarà così. Per dare drammaticità agli eventi (tipo la lotta per il telecomando con i due mocciosi, i salti notturni sul letto per le loro grida o la confezione del latte trovata insopportabilmente vuota), il quarantenne rimasto fanciullo non fa altro che commentare ad alta voce, con urla isteriche e propositi di vendetta , come non avesse una vita interiore, né la più lontana possibilità di pensare da adulto. Più ritardo mentale, che il fascino dell’uomo con il complesso di Peter Pan.
I bambini poi sono intollerabili: due piccoli gnomi (come li chiama Antoine) sempre con la bocca spalancata, per gli urletti o la sorpresa, a richiamare la locandina di Mamma ho perso l’aereo, tanto da farci quasi parteggiare per il celibato di Antoine.
Lei così poco credibile nella sua smania di un uomo, se non nell’accontentamento di un simile bamboccio. Pipì, denti e a letto è il mantra ripetuto ai suoi bambini (Les dents, pipi et au lit, che è il titolo originale del film, molto più aderente alla ricerca continua di gag, e molto meno impegnativo di quello italiano). Com’era intensa, nella stessa situazione di donna separata con due figli, Juliette Binoche nel film Parigi di Cédric Klapisch! Di Parigi e della Francia, Famiglia allargata non ha nulla, se non una breve vista sulla Tour Eiffel dalla finestra.
Certo non si tratta di una classica commedia, ma di una storia che si sforza di essere assolutamente comica. Emmanuel Gillibert, al suo primo lungometraggio, insieme a Marion Thiéry, si sarà pure divertito a scrivere la sceneggiatura, per la quale ha impiegato ben quattro lunghi anni. Si saranno divertiti anche gli attori e la troupe tutta durante le riprese, come sostiene il regista. Ma il pubblico, che si è espresso con i silenzi in sala e i borbottii all’uscita, molto meno.
Infine, lascia indifferenti il frettoloso innamorarsi dei protagonisti, il loro lasciarsi e riprendersi in un happy end a dir poco imbarazzante. Insomma, centocinque minuti nell’attesa di una risata o di un sorriso che non arrivano mai.