Interstellar, un film di fantascienza del 2014 diretto da Christopher Nolan. Interpretato da Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain e Michael Caine, il film narra di un gruppo di astronauti che viaggiano attraverso un wormhole in cerca di una nuova casa per l’umanità. Nolan ha scritto la sceneggiatura assieme a suo fratello Jonathan, che per primo sviluppò il film nel 2007. Christopher Nolan ha inoltre prodotto il film insieme a sua moglie Emma Thomas e Lynda Obst. Il fisico teorico del Caltech Kip Thorne è produttore esecutivo e ha contribuito al film come consulente scientifico. Interstellar ha vinto l’Oscar per i migliori effetti speciali nel 2015 ed ha ricevuto altre quattro candidature (miglior colonna sonora, miglior montaggio sonoro, miglior sonoro e miglior scenografia). Il film è stato prodotto con un budget di 165 milioni di dollari e ne ha incassati 675 in tutto il mondo.
Sinossi
In un futuro prossimo la Terra è devastata da continue tempeste di sabbia e da una piaga che ha distrutto tutte le piantagioni di grano, lasciando però intatto il mais. Cooper (Matthew McConaughey) è un ex-astronauta della NASA che come tanti ha dovuto dedicarsi alla coltivazione del mais nella sua piccola azienda agricola dove vive insieme alla figlia Murph e al figlio Tom. Grazie a una serie di strane circostanze Cooper rientrerà in contatto con la NASA, che sa che la piaga presto attaccherà le altre coltivazioni e che opera segretamente per tentare di trovare una soluzione all’imminente catastrofe planetaria. Inizierà così un’avventura che porterà Cooper in un viaggio interstellare attraverso un cunicolo spazio-temporale, alla ricerca di pianeti di altre galassie dove si spera che l’umanità possa trovare un ambiente dove salvarsi dall’estinzione e proseguire il proprio cammino evolutivo.
La recensione di Taxi Drivers (Alessandra Cesselon)
«Un tempo per la meraviglia alzavamo al cielo lo sguardo
sentendoci parte del firmamento,
ora invece lo abbassiamo
preoccupati di far parte del mare di fango»
Il viaggio, anche interstellare, è l’unica soluzione? La fantascienza declinata al suo massimo grado e con tutte le componenti classiche del genere cede il passo alle problematiche dell’uomo e dell’incontro con se stesso, i suoi limiti e le sue paure. Christopher Nolan è il regista e il burattinaio della vicenda. Un’avventura che forse gli interessa meno delle dinamiche familiari che in essa si muovono. Se la Terra non è l’ultima frontiera della vita, cosa resta? Dove andrà l’uomo a cercare la sua strada tra le stelle? In una ricca palingenesi di vicende e personaggi, si snodano storie personali e collettive, che si compongono come un puzzle per arrivare alla soluzione finale.
I principi più arditi della fisica si connettono con l’uomo e il suo vissuto, ma l’esperienza della scienza non basta e la connessione più potente supera abbondantemente questi limiti, rimandando ai più forti legami familiari: quelli tra un padre e una figlia. Presenti varie citazioni di film del passato, tra i quali il classico 2001: Odissea nello spazio, ma il tutto stemperato da una lieve ironia. La vicenda prende l’avvio in un casolare di campagna, nudo nell’immensità di una brughiera deserta. Le linee essenziali della casa, la scenografia, che privilegia la luce radente, rimandano ai dipinti di Hopper. Una famiglia si dibatte, come tante altre, in un pianeta ormai allo stremo, nel quale solo i vecchi ricordano un passato migliore. In una natura avversa, dove il vento e la sabbia stanno per coprire il pianeta, disseccando le messi e soffocando gli abitanti, un pilota della Nasa fa i conti con la propria frustrazione. Una ragazzina, la ricettiva figlia del protagonista, percepisce nella sua casa una presenza alla quale si potrà dare un volto solo alla fine del film.
Ciò che sembra non è sempre la realtà. La gravità, la relatività, la teoria dei quanti sono al centro delle possibilità offerte all’uomo per salvare se stesso o c’è qualcun altro che interviene in favore della nostra specie? Nel film Nolan ci conduce all’apertura di una serie di scatole cinesi che, una dopo l’altra, porgono possibili soluzioni al problema della sopravvivenza dell’umanità ma non sembrano mai essere adeguate. I vicoli ciechi si susseguono e creano una forte attesa di soluzioni. Lo spazio e i congegni che in esso si muovono sembrano avere vita propria e ci parlano di armonia delle sfere. Indispensabile la consulenza di Kip Thorne, uno dei maggiori esperti mondiali di fisica teorica e relatività. Serve un whormhole per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, ma per ogni ora vissuta nell’etere sulla terra passano decine di anni, e il rischio è di ritrovare tutti morti. Le grandiose visioni della Terra, di Saturno o di pianeti lontani, contrassegnati dall’acqua o dal ghiaccio, mantengono un loro iconico stupore.
Un momento di forte impatto e adrenalina pura è invece quello dell’onda gigantesca che si sta per abbattere sui protagonisti. La bella interpretazione degli attori contribuisce alla resa della pellicola, che, seppur in alcuni tratti eccessivamente dilatata e pleonastica, mantiene un ottimo livello di concentrazione. La musica straordinaria di Hans Zimmer contribuisce fortemente allo snodarsi della vicenda, contrappuntando sapientemente i punti più salienti con un’eleganza raffinata, e sottolineando le rarefatte atmosfere spaziali. Nonostante il casting femminile sia un po’ monocorde (tutti i personaggi si somigliano tra loro), c’è comunque un’interessante e felice scelta degli interpreti. Tra questi uno splendido e inossidabile Michael Caine e una breve apparizione di Matt Damon che non smentisce il suo classico personaggio. Oltre al protagonista, l’ex pilota Cooper (Matthew McConaughey), interessante è la figura di Anne Hathaway, che non è più la principessina delle fiabe, ma una scienziata che affronta con sapienza il suo ruolo drammatico. Gli ironici robot a forma di parallelepipedo, tarati per interagire al meglio con gli umani, contribuiscono ad alleggerire l’atmosfera.