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Recensione di “Memorie di una geisha” di Rob Marshall

Rob Marshall ha un innato senso dello stile e dell’espressione, e anche qui, come in Chicago, mostra le sue doti. I suoi film sono eleganti e potenti visivamente. Con Memorie di una Geisha avvolge lo spettatore in un mondo magico e surreale. Fotografia e scenografia indimenticabili, costumi splendidi e sfarzosi e colonna sonora notevole

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Ecco la recensione di Memorie di una geisha, un film del 2005 diretto da Rob Marshall, basato sull’omonimo romanzo di Arthur Golden e prodotto dalla Amblin Entertainment di Steven Spielberg. Nel 2006 ha vinto tre Academy Award (Migliore fotografia, Migliore scenografia, Migliori costumi). Con Gong Li, Ziyi Zhang, Ken Watanabe, Kôji Yakusho, Michelle Yeoh, Kaori Momoi.

Sinossi

Una bambina giapponese viene strappata alla sua famiglia, che vive in miseria, per lavorare come serva nella casa di una geisha. Passano gli anni e la ragazza diventa a sua volta una leggendaria geisha di nome Sayuri. Bellissima e ricca di talento, Sayuri seduce gli uomini più potenti dell’epoca anche se il suo cuore batte in segreto per l’unico che non potrà mai avere.

Recensione

Con Memorie di una geisha Rob Marshall è riuscito a coniugare l’eleganza e i contenuti del cinema orientale con la forma di quello occidentale, dando vita a un’opera che, pur non esente da difetti, funziona. Ottimo il cast, a cui si perdona anche il difetto di proporre molte attrici non giapponesi. Un film sontuoso ed elegantissimo ricco di charme e fascino. La storia è molto interessante e l’evoluzione della trama si segue molto bene anche se perde un po’ nella conclusione. Il finale è leggermente frettoloso e lascia poco spazio alle emozioni. Per quanto riguarda il lato estetico non c’è nulla di dire: fotografia e scenografia indimenticabili, costumi splendidi e sfarzosi e colonna sonora notevole. Bravissime le attrici nella parte delle geisha, un ruolo non semplice. Per gli amanti del genere è da non perdere. Rob Marshall ha un innato senso dello stile e dell’espressione, e anche qui, come in Chicago, mostra le sue doti. I suoi film sono eleganti e potenti visivamente, in Memorie di una geisha avvolge lo spettatore in un mondo quasi magico e surreale: le meraviglie del Giappone negli anni ’30. Uno dei film più profondi, sinceri ed emozionanti degli ultimi anni che, per di più, riesce a trasmettere perfettamente l’atmosfera e la cultura di un popolo e di un periodo storico, affronta tematiche interessanti, e lo fa in mille modi, con mille colori. Del resto il tutto è reso ancora più magico dalle parole finali della voce narrante: bellissimo, toccante. Un film che merita di entrare nella storia.

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