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La Linea Verticale: la serie nata dalla vicenda ospedaliera autobiografica del regista e autore Mattia Torre

Tratto dalla storia autobiografica del regista e autore Mattia Torre, La Linea Verticale racconta con ironia e spregiudicatezza il complesso microuniverso di un reparto oncologico. Disponibile dal 6 gennaio su RaiPlay e dal 13 gennaio su RaiTre

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La prima stagione de La linea verticale è disponibile in streaming su Rai Play. 

La vita quotidiana del reparto di urologia oncologica di un ospedale italiano, raccontata attreverso gli occhi e le vicissitudini di Luigi (Valerio Mastandrea), mostra, ora con umorismo, ora con dissacrante realtà, il percorso di un malato all’interno di uno dei reparti più “delicati” di un nosocomio.

La linea verticale nasce da un’esperienza ospedaliera autobiografica del regista e autore Mattia Torre“è l’avventura clinica di Luigi, un quarantenne che si ritrova a fronteggiare un tumore a due mesi dall’arrivo del suo secondo figlio, e per questo deve affrontare un intervento chirurgico e il relativo ricovero”. 

Una serie che guarda con irriverente ironia e cruda realtà un microuniverso in cui ognuno di noi ha, dall’esterno o dall’interno, avuto a che fare. La vita, la morte, la sofferenza e la malattia, Mattia Torre affronta con stupefacente libertà un caleodoscopio umano piuttosto variegato. La linea verticale è una serie Rai, ma per il modo di raccontare e mettere in scena – passando per le soluzioni creative, fino alle scelte di regia –  la fanno somigliare più a serie come Scrubs. Una voce narrante, quella del protagonista, emerge durante il racconto, analizzando il dispiegarsi di eventi, incontri e vicissitudini. Alla voce di Luigi si alternano momenti di toccante e commovente umanità a sequenze surreali e oniriche che, paradossalmente, arricchiscono ancora di più la verdicità di questa serie. Una commistione di temi e generi raccontati mescolando comicità e dramma, ironia e racconto del reale.

La linea verticale nasce seguendo due intenti; la dimensione teatrale della storia – la serie è interamente ambientata nel reparto; e la libertà narrativa, nella forma del racconto e nel modo di affrontare un tema complesso ma sempre più presente nelle nostre vite” – racconta il regista e autore – “oltre ad essere il luogo del ricovero del protagonista, è un piccolo universo che vive di interessanti leggi proprie; è sempre identico eppure muta sempre, cambiano i pazienti, fanno turni i medici e infermieri, vive di gioie, di dolori lancinanti, ma anche di grande (e talvolta involontaria) comicità; e di amicizie che poi durano per sempre”.

La serie si concentra soprattutto sulle vite dei pazienti, e non solo quella di Luigi, ma anche dei suoi unici e improbabili compagni di viaggio: un iraniano, un ristoratore che sa tutto di medicina, un prete in crisi religiosa, un intellettuale taciturno, e decini di anziani. Poi c’è il personale di reparto: dal professor Zamagna, chirurgo di fama e genio assoluto, nonchè primario del reparto; fino ai vari addetti che convivono ogni giorno con i pazienti; tutti chiusi all’interno dello stesso mondo. “Il desiderio è stato raccontare, nell’Italia di oggi, un reparto oncologico di un ospedale pubblico di assoluta eccellenza, capitanato da un chirurgo che ribalta il clichè del primario barone arrogante e scollato dalla realtà, e che anzi rappresenta, per gentilezza, generosità e amore verso il proprio mestiere, l’idea di un’altra Italia possibile”. 

La novità di questa serie si legge anche dalla stratega con cui è stata diffusa: disponibile dal 6 gennaio su Rai Play con 8 puntate da 25 minuti (e dal 13 gennaio in onda in 4 prime serate su Rai3); un format che, almeno sulla Rai, non si era mai visto. Un progetto nato dalla penna di Mattia Torre, ma che, dalla produzione fino agli attori, sono stati capaci di sposare l’idea di un progetto nato con uno spirito d’innovazione e cambiamento che, almeno sugli schermi della Rai, porta un vento di cambiamento.

Insieme a Valerio Mastandrea, il cast comprende Babak Karimi, Greta Scarano, Giorgio Tirabassi, Paolo Calabresi, Ninni Bruschetta, Antonio Catania, Cristina Pellegrino, Alvia Reale, Gianfelice Imparato, Federico Pacifici.

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