Ispirato alla storia vera di Mehdi Ben Barka, politico marocchino, attivista nel movimento indipendentista e, in seguito, dissidente del regime di Re Hasan II, cofondatore dei partiti politici Istiqlal e UNFP, oltre che dirigente del movimento terzomondista, L’attentato (1972) di Yves Boisset è un film rigoroso, affilato, non incline alla spettacolarizzazione dei fatti che mette in scena. Il regista francese, come rileva Gianni Canova che introduce il film all’interno dei contenuti speciali del dvd, era uno di quei cineasti (come il nostro Elio Petri, per esempio) che utilizzava il cinema quale strumento di denuncia delle nefandezze del potere, nel tentativo di risvegliare le coscienze degli spettatori, pungolandoli a intervenire in modo attivo nella vita politica. Gli anni ’70 furono contraddistinti proprio dall’esigenza di fornire, in mancanza di un’informazione libera, il resoconto di quanto veniva sistematicamente occultato, al fine di rendere la settima arte ‘necessaria’, non un mero intrattenimento ordito per obnubilare le masse borghesi. Sceneggiato egregiamente da Ben Barzman, Jorge Semprun e Basilio Franchina, L’attentato colpisce, innanzitutto, per l’atmosfera cupa che accompagna lo scorrere delle quasi due ore di visione, giacché l’intento, si presume, era quello di restituire un’inquietudine (provocata dalla sopraffazione esercitata dal potere) che doveva ‘trovare corpo’, essere drammaticamente rappresentata, laddove il più delle volte essa scivolava sotto il velo dell’effimero entusiasmo per un benessere sventolato come la panacea di tutti i mali.
Ovvio che a rendere il film un momento di cinema che non può essere assolutamente mancato è, oltre alla bontà complessiva dell’operazione, lo straordinario cast riunito da Boisset, che annovera Jean-Louis Trintignant, Jean Seberg, Michel Piccoli, François Périer, Roy Scheider e, nel ruolo di Sadiel (l’omologo di Mehdi Ben Barka), l’ancora una volta straordinario Gian Maria Volontè. Grandissimi interpreti, per la prima (e unica) volta messi insieme, che regalano delle prestazioni misurate, sobrie, indimenticabili. Ad impreziosire il tutto concorrono le ottime musiche del maestro Ennio Morricone.
Ma sarebbe ingiusto ridurre L’attentato a mera testimonianza o fredda cronaca di un rilevante fatto politico, poiché in esso sono sviscerati alcuni, misteriosi meccanismi del Potere, soprattutto in riferimento all’etica dominante, la quale, al netto della retorica imposta dal Potere stesso (nella fattispecie una democrazia imperfetta a propulsione consumista), è drammaticamente variabile, in quanto risultante della volontà arbitraria dei soggetti che, con un gesto violento (quella violenza che ontologicamente e logicamente precede l’avvento di qualsiasi Legge), si sono impadroniti degli organi da cui vengono diffusi gli ordini. Emblematico, a tal proposito, è il corpo a corpo tra Darien (Trintignant) e Kassar (Piccoli), in cui viene inequivocabilmente mostrato quanto le scale dei valori di cui i due antagonisti si fanno portavoce abbiamo la stessa consistenza. Non è possibile predicare, sulla base di un oggettivo atteggiamento gnoseologico, la preferibilità dell’uno all’altro. È solo una questione di prevaricazione che, alla resa dei conti, determina il prevalere di uno degli opposti. Sconcerta, in un certo senso, vedersi sbattuta in faccia la crudezza di una verità che, per quanto scomoda, è ciò che informa la realtà dei rapporti di forza. E di ciò non possiamo che essere grati al bel film di Boisset, ingiustamente precipitato nell’oblio e ora fortunatamente recuperabile grazie alla bella edizione home video messa a disposizione da Mustang Entertainment e CG Entertainment.
L’attentato è disponibile in dvd, in formato 1.78:1 (anamorfico) con audio in italiano (2.0 Dual Mono) e sottotitoli per non udenti opzionabili. Nei contenuti extra: “Quando di sognava che il cinema potesse cambiare il mondo”- Introduzione al film di Gianni Canova.
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