E’ stato presentato alla sede milanese principale della Banca Intesa San Paolo il nuovo film di Paolo Sorrentino, This Must Be The Place, le cui riprese inizieranno tra un mese negli Stati Uniti. Un luogo decisamente inusuale per una conferenza stampa, anche se va detto che questo nuovo lavoro del regista napoletano parte subito come inedito per molteplici ragioni. Innanzi tutto si tratta del primo film di Sorrentino girato in lingua inglese. Si avvale di un cast internazionale che va oltre le più rosee aspettative: protagonista della pellicola sarà Sean Penn, al quale si affiancheranno Frances McDormand e Harry Dean Stanton.
Il film è una coproduzione Italia/Francia/Irlanda che prevede l’accesso ai fondi europei per la distribuzione, e vede in prima linea per il nostro paese la Indigo Film di Nicola Giuliano, all’opera con il regista sin dagli esordi, la Lucky Red e Medusa. A questi si unisce la Banca Intesa San Paolo (e questo spiega il luogo dell’incontro) che inaugura il suo progetto di investire attivamente nel cinema italiano. Un progetto da 28 milioni di dollari che vede impegnati i migliori nomi della produzione italiana, eccitati da un progetto al quale promettono completa libertà artistica, una situazione difficilmente realizzabile per una produzione americana.
Paolo Sorrentino, in collegamento da New York, non si sbottona troppo riguardo alla trama. Si sa che Sean Penn interpreterà Cheyenne, una rock star che ha appeso la chitarra al chiodo, la quale intraprenderà un viaggio alla ricerca dell’ufficiale SS che ha torturato il padre ad Auschwitz. Il regista pone la storia come un commedia, soprattutto per la figura del protagonista, ma non manca di proporsi una riflessione originale nei confronti del tema dell’Olocausto. Ad affiancarlo, insieme al direttore della fotografia Luca Bigazzi, anche nomi internazionali tra i quali spicca David Byrne, storico leader della band avantgarde punk rock dei Talking Heads.
Una produzione decisamente inedita per l’Italia che, oltretutto, si avvale della proposta di legge per i tax-shelter che, se confermata dopo la fine dell’anno, aprirebbe scenari promettenti per il cinema italiano, in quanto agevolerebbe finanziaramente i privati a investire nel cinema. In bocca al lupo, Paolo!
Gianluigi Perrone