Si ispira a fatti storici e personaggi realmente esistiti la sceneggiatura di Indictus – La Terra è di nessuno, serie web in arrivo su YouTube il 18 gennaio prossimo; scritta da Marianna Lo Pizzo e diretta da Francesco Dinolfo, l’opera è stata realizzata col sostegno di Sicilia Film Commission, e girata nei dell’entroterra siciliano, tra le bellezze secolari di Sperlinga, Gangi, Geraci Siculo, Petralia Sottana, Marsala, Caltavuturo, Caccamo, Pollina, Palermo, e l’installazione di Fiumara d’Arte.
A.d. 1063. Nella battaglia di Cerami i soldati normanni di Serlon d’Altavilla (Roberto Luigi Mauri) e dall’amico fraterno Arisgot (Dario Raimondi) sconfiggono 3000 arabi nell’arco di una notte. SI compie così la missione del Gran Conte Ruggero I d’Altavilla (Santi Cicardo) di allontanare dalla Sicilia gli Arabi infedeli attraverso la creazione della Contea di Jerax, di cui Serlon diventa vassallo. Alla corte di Ruggero, la moglie Adelasia (Valeria La Bua) è preoccupata per la malattia del figlio Simone, affidato alle cure di Engelmaro (Massimo Graffeo) e all’occhio attento del servo arabo convertito Abdel Nasser (Giuseppe Cimarosa). Girano nell’orbita della corte anche Aldruda (Roberta Azzarone), giovane moglie di Serlon, e Ibrahim (Manfredi Russo), Emiro di Castrogiovanni, simbolo di intaccabile fede islamica e di vasta conoscenza.
In un momento storico come quello della battaglia di Cerami, in cui la Sicilia era crocevia di lingue e culture, tra Oriente e Occidente, gli autori di Indictus rileggono in chiave moderna un periodo in cui, come oggi, la libertà è un punto di forza, ma può diventare un punto a sfavore per la geografia politica e sociale della loro terra: se da un lato la convivenza di più culture è un indubbio arricchimento per tutti, il fatto di essere una terra di nessuno comporta l’impossibilità ad andare avanti.
I Normanni di Serlon, all’inizio personaggio passivo e in balia degli eventi, e poi figura centrale di Indictus, arrivano dal Nord con le loro mire di conquista nel bacino del Mediterraneo, portando scompiglio in un’area che da sempre rappresenta la coesistenza di lingue e culture diverse, in un equilibrio che si ridisegna costantemente.
Serlon è una figura in continua ricerca, circondato da personaggi che nascondono ciascuno il proprio obiettivo personale, tra segreti, complotti e tradimenti; non è un caso che la fotografia di Indictus alterni molti momenti di buio, all’interno di castelli secolari in pietra, da cui entrano fasci di luce, quasi a voler simboleggiare quella conoscenza e quella fede (che il personaggio di Ibrahim possiede), necessarie per guidare sé stessi, ancora prima di guidare un popolo.