Burn After Reading – A prova di spia, un film del 2008 scritto e diretto dai fratelli Coen, con George Clooney, Frances McDormand, Brad Pitt, John Malkovich e Tilda Swinton. Presentato fuori concorso, il film ha aperto la 65ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Distribuito negli Stati Uniti dalla Focus Features, è arrivato nelle sale italiane il 19 settembre 2008.
Sinossi
Ozzie Cox viene licenziato dalla Cia a causa della sua dedizione all’alcool: per vendicarsi, decide di scrivere un memoriale sull’Agenzia. Sua moglie gli sottrae però una copia su disco del testo e accidentalmente la dimentica in palestra: qui viene trovata da un istruttore e da un’impiegata che, fraintesa l’importanza dell’oggetto, escogitano un ricatto ai danni di Cox.
Burn after reading, ovvero “bruciato dopo aver letto” ma anche “masterizzato dopo la lettura dei dati“. È nel segno dell’efficacissimo gioco di parole in inglese che parte l’ultimo film della “trilogia dell’idiota” che i fratelli Coen hanno affidato alla mimica piroettante di George Clooney. La vicenda ruota attorno a un cd contenente le memorie di un ex agente della CIA (Malkovich) che finisce accidentalmente nelle mani di Brad Pitt e Frances McDormand, impiegati presso una palestra. I due sperano di poterci fare un gruzzoletto, contattano i russi nemmeno fossimo ancora ai tempi della Guerra Fredda e cercano di vender loro il “prodotto”. Ma le cose si complicano irrimediabilmente e ci scappano pure diversi cadaveri. Sotto la superficie da commedia e la recitazione volutamente sopra le righe, i Coen lasciano trasparire inquietudini profondamente contemporanee (come la paranoia da controllo globale), imbastendo un’altra delle loro amare e grottesche “ronde” di personaggi istupiditi dall’avidità e dall’egoismo. Liberamente ispirato al romanzo di Stansfield Turner, Burn after reading è una commedia nera nella quale i fratelli Coen fanno scivolare in secondo piano il loro estro visivo (è la prima volta che rinunciano al direttore della fotografia dei 12 film precedenti) per dar fondo a quello visionario: l’intreccio è a tratti farraginoso ma l’umorismo nero che aleggia su tutto il film – a cominciare da quello che va a bersagliare lo zelo da burocrate con cui, ai vertici della CIA, vengono prese decisioni più che disinvolte su omicidi e ricatti – rende il film assai divertente e godibile, a dispetto della sensazione di déjà vù percepibile in più di un’occasione.