Se non si mette subito bene a fuoco chi sono i cani del titolo, e, soprattutto, non si comprende il loro ‘cannibalismo’, si rischia di non cogliere il senso complessivo del penultimo film di Paul Schrader (siamo in attesa di First Reformed, presentato in concorso alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia). Il geniale sceneggiatore della New Hollywood e di Martin Scorsese (Taxi Driver, Toro scatenato, L’ultima tentazione di Cristo, Al di là della vita), dà corpo a una sceneggiatura di Matthew Wilder, realizzata a partire dal racconto del 1995 di Edward Bunker (scrittore, sceneggiatore e attore statunitense, con un passato da criminale, che lo ha reso uno dei più importanti autori crime e noir).
Se non si coglie, dicevamo, l’antagonismo politico-antropologico che sostiene Cane mangia cane si potrebbe cadere nell’equivoco di ritenerlo un mero esercizio di stile o, peggio ancora, lo scimmiottamento dell’iconografia di qualche altro illustre cineasta (molti non hanno esitato a ravvisare nel film echi tarantiniani). La violenza cruda e gratuita (la sequenza iniziale con Mad Dog/Willem Dafoe, per esempio) esibita durante l’arco dei novanta minuti di visione risponde all’esigenza di restituire efficacemente la disperazione dei tre protagonisti i quali, tutti reduci dalla dura esperienza del carcere, non esitano a perpetrare i più aberranti crimini, laddove il loro desiderio è, in fin dei conti, semplicemente quello di aver accesso – anch’essi – a un benessere che hanno sempre rincorso, giacché provenienti da realtà socio-economiche pessime. Nonostante sembrino degli sbandati inconsapevoli delle loro azioni, in realtà, Troy (Nicolas Cage), Mad Dog (Willem Dafoe) e Diesel (l’ottimo Christopher Matthew Cook), conoscendo assai bene i rapporti di potere che dominano il mondo all’epoca della società liquida (li capiscono per istinto), compiono, per rappresaglia, ogni gesto in loro potere, proprio perché non riescono a immaginare un’alternativa alla logica della sfrenata ricerca del profitto.
Il crimine che origina ogni ricchezza è ormai un dato acquisito, le masse ne sono più che mai consapevoli, lo hanno interiorizzato come una sorta di fisiologico misfatto che precede l’avvento della Legge, subendo, senza avere il coraggio di ribellarsi, un dominio imposto con violenza. Allora, se questa prospettiva non è campata in aria, i tre personaggi di Schrader non solo non sono dei pazzi o reietti, malvagi e perversi, piuttosto costituiscono una sorta di avamposto della reazione (scomposta) di coloro che da sempre sono soggiogati. Diventano cani in quanto invece di attuare lo scontro su un piano dialettico-politico preferiscono, senza troppe mediazioni, utilizzare gli stessi strumenti degli oppressori (la violenza indiscriminata), ed è chiaro che, al netto dello squilibrio delle forze, non possano che soccombere.
Questo sotto testo, che a rigore tale non è, poiché perfettamente visibile, fornisce evidentemente un valore aggiunto alla mirabile messa in scena del regista, il quale, grazie a una direzione che, in alcuni passaggi, è sperimentale e ardita, dà corpo a un film che intrattiene dal primo all’ultimo istante, senza cedimenti o inopportuni rallentamenti di ritmo (che pure quando intervengono risultano sempre sensati ed efficaci). Senza contare poi il sontuoso cast costituito da Nicolas Cage, Willem Dafoe e Christopher Matthew Cook, che fornisce prestazioni di altissimo livello, circostanza che già da sola vale l’intero prezzo del biglietto (si consiglia a tal proposito di visionare il film in lingua originale per gustare le reali performance dei tre interpreti).
Pubblicato da Minerva Pictures e distribuito da CG Entertainment, Cane mangia cane è disponibile in blu ray, in formato 2.35:1 con audio in italiano e originale (DD 5.1/DTS-HD Master Audio 5.1) e sottotitoli opzionabili.
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