“Il bello delle saghe è che racchiudono un pezzo di vita. Adesso avverto un forte senso di nostalgia, la stessa che provavo quando, da spettatore, assistevo alla fine delle serie più importanti”, racconta Sydney Sibilia, regista di Smetto Quando Voglio: Ad Honorem, capitolo conclusivo della fortunata trilogia cominciata nel 2014, “ma la nostra ambizione era creare un’esperienza cinematografica; l’idea di base era fare tre film con tre generi diversi e il comune denominatore della commedia. Con il secondo capitolo abbiamo realizzato una pellicola più d’azione e con il terzo, per noi più tematico, abbiamo esasperato i temi che avevamo messo nel primo capitolo”.
Con Smetto Quando Voglio: Ad Honorem Sibilia è sicuro di aver chiuso definitivamente la saga sulla banda dei ricercatori, ma è stato un’esperienza, durata 4 anni, che ha segnato tutto il cast del film: “l’ultimo giorno di riprese, quando ho tolto la giacca di Pietro Zinni”, spiega Edoardo Leo, che scherzosamente ammette di essersi ispirato per il suo personaggio proprio al regista e al suo modo di vestire, “mi sono ricordato del momento in cui un ragazzo di Salerno è venuto a trovarmi con il sogno di fare un’opera prima. All’epoca nessuno pensava che avremmo fatto una saga. Per la nostra vita personale è stato un percorso umano importantissimo, abbiamo collaborato per quattro anni con lo stesso regista e con gli stessi produttori. Mi commuove un po’ pensare che questa è il capitolo finale”.
Nel terzo film di Smetto Quando Voglio, la banda si scontra con Walter Mercurio, interpretato da Luigi Lo Cascio, un cattivo nel verso senso della parola, pronto a fare una strage che solo le migliori menti in circolazione possono fermare. “Il personaggio interpretato da Lo Cascio era difficilissimo, perchè non si vede tutti i giorni un cattivo, totalmente cattivo, in una commedia”, spiega il regista, “abbiamo cercato di fare un villain, a differenza dei tanti film americani in circolazione, che avesse le sue motivazione partendo da un presupposto realistico e che lo portasse a diventare tale”.
“Per fortuna quando si interpretano personaggio di questo tipo non si concentra solo sulla cattiveria, perchè sarebbe impossibile”, interviene Luigi Lo Cascio, “ma affidando a un flashback la sua stoffa morale e il trauma scatenante che ha vissuto nel suo passato, è stato possibile svelare il suo folle progetto e il suo delirio di onnipotenza”.
Ma Mercurio non è il solo cattivo di Smetto Quando Voglio 3, con Neri Marcorè torna un villain apparso già nel primo capitolo, il Murena, boss del narcotraffico finito in prigione per colpa di Pietro Zinni. “Ho avuto un modo di gratiduine quando mi è stato affidato un ruolo diverso dal solito, la stessa che ho avuto con Sydney quando ho visto il film abbracciandolo alla fine”.
Smetto Quando Voglio segna un importante fase del cinema italiano, ma se il momento storico sembra mutato dal primo film del 2014, “la situazione dei ricercatori in Italia è rimasta immutata. Ormai sono diventato il contatto diretto dei ricercatori italiani: mi chiamano quando non gli viene rinnovato il contratto”, aggiunge Sydney Sibilia, “in questo senso la trilogia è attuale, ma anche eterna, come succede a tutti quei film che raccontano problemi che, probabilmente, non si risolveranno mai”.