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Il Libro di Henry di Colin Trevorrow con Naomi Watts: soggetto insolito e accattivante, che spazia fra generi diversi

Il Libro di Henry di Colin Trevorrow è un’opera meritevole e interessante, che, senza clamori o eccessi, racconta con partecipazione affettuosa una storia difficile e tragica, aperta tuttavia alla speranza e alla fiducia

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Il libro di Henry è il nuovo film di Colin Trevorrow.

Il libro di Henry, la trama

Siamo in una cittadina adagiata nella valle del fiume Hudson, nello stato americano di New York. Qui abita, insieme alla madre Susan e al fratello minore Peter, l’undicenne Henry, dalla prodigiosa intelligenza e dall’animo nobile. Un giorno assiste incidentalmente a un atto di violenza sull’amica e compagna di classe Christina, commesso proprio dal patrigno di questa, il funzionario della polizia locale Glenn.

Henry riferisce allora l’accaduto ai servizi sociali e alla preside della scuola, la signora Wilder. Visto il ruolo ricoperto da Glenn, la donna è riluttante a sporgere denuncia, non essendoci prove per incriminarlo e non fidandosi della testimonianza del bambino. Henry, forte delle sue facoltà intellettive, comincia a elaborare un piano per aiutare Christina, di cui abbozza alcuni punti su un portatile. Quando scopre di non poter condurre a termine quanto va progettando, chiede al fratello di consegnare il computer alla madre. Seppur scossa, Susan decide di mettere in atto il piano di Henry, seguendo una ad una le sue istruzioni, sino a trovarsi vis à vis col violento e potente Glenn.

Un’opera insolita

Un’opera insolita nel panorama americano coevo, anche in quello indipendente. Per il coraggio e la capacità di affrontare temi complessi e delicati. L’emarginazione cui spesso costringono spiccate doti intellettuali, da un lato. E la violenza sui bambini e gli adolescenti commessa nel chiuso dell’ambiente domestico da figure che dovrebbero, come quelle genitoriali, amare e proteggere i figli, dall’altro. Persino argomenti come la malattia e la morte vengono rappresentati col pudore e la delicatezza necessari, senza eccessi ed enfasi melodrammatica.

Ben tratteggiata risulta inoltre la figura del protagonista (forse con un’eco del Mio piccolo genio, diretto nel 1991 da Jodie Foster), giovane uomo che difende il fratello dai soprusi dei compagni di scuola e sprona la madre a concludere il romanzo che ha iniziato. Insieme all’intelligenza, l’altruismo è la qualità che meglio definisce il protagonista. Tanto che il suo piano per eliminare il malvagio patrigno di Christina è un atto d’amore verso un personaggio sentito vicino, che si vuol liberare da un’ingiusta e intollerabile situazione di dolore e sofferenza.

Le scelte dei personaggi

Henry utilizza dunque il suo intelletto a fin di bene, per aiutare le persone care in difficoltà e incoraggiarle a realizzare i propri desideri, come nel caso della madre del protagonista. Proprio questo personaggio si troverà investito della responsabilità di portare a compimento il piano orchestrato da Henry per sottrarre l’amica agli abusi cui è sottoposta dal patrigno Glenn. Susan riuscirà, infatti, pur esponendosi al rischio di non esser creduta, ed anzi di venir accusata a sua volta, ad eliminare il pericolo rappresentato da Glenn. Non solo per la giovane Christina, ma per l’intera comunità dove abitano. Sarà stato l’esempio di Henry, la sua intelligenza e la sua vocazione, ad aiutare il prossimo, a convincere Susan a continuare quanto lui aveva iniziato.

Non solo: il finale rivela anche di come la donna abbia seguito il consiglio di Henry e abbia concluso la stesura del suo romanzo, come lui l’aveva esortata a fare.

Ne Il libro di Henry emerge anche Susan

Accanto al personaggio di Henry è quello di Susan a emergere per importanza e complessità. Perfettamente interpretato da Naomi Watts (particolarmente a suo agio in atmosfere gialle e drammatiche, col suo portamento algido che sarebbe piaciuto a Hitchcock). Si tratta di una madre che cerca di conciliare l’impiego come cameriera, la crescita dei figli e la vocazione letteraria, e finisce con l’improvvisarsi detective a fin di bene. Ruolo quanto mai riuscito e interessante, autentico e credibile. E si configura come un ulteriore elemento che giova al buon esito del film nel complesso.

Il Libro di Henry, dunque, è un’opera meritevole e interessante. Senza clamori o eccessi, racconta con partecipazione affettuosa una storia difficile e tragica, aperta tuttavia alla speranza e alla fiducia.

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