Diretto dalla coppia Henry Joost – Ariel Schulman, nota per aver realizzato il terzo e il quarto capitolo di Paranormal Activity, oltre che Nerve, Viral è un astuto film horror in cui vengono sapientemente mescolati alcuni fatti di cronaca – nella fattispecie le epidemie che sovente si diffondono in alcune aree del pianeta – e l’elemento soprannaturale. Il risultato è discreto sul piano dell’effetto spavento, considerando anche l’agile durata del lungometraggio (appena 82 minuti), che consente di fruire senza rallentamenti della concitata azione in cui sono coinvolte le giovanissimi protagoniste, le sorelle Emma e Stacey Drakeford (interpretate dalle discrete Sofia Black-D’Elia e Analeigh Tipton), le quali, private del supporto dei genitori, si ritrovano da sole a dover far fronte alla pericolosità di una situazione che le stesse autorità statunitensi non riescono a gestire. Belli, in tal senso, anche alcuni degli intermezzi televisivi che abbondano nel film, laddove l’aggiornamento in tempo reale sul precipitare della situazione riveste un ruolo decisivo nell’economia della storia messa in scena. Vediamo anche Barack Obama che parla alla nazione delle misure prese dal governo per impedire che il contagio cresca, e, avendo ben osservato il labiale del presidente, chi scrive ritiene che lo stralcio proposto non sia una ricostruzione digitale ma una parte di un video effettivamente andato in onda (probabilmente in occasione dello scoppio dell’influenza cosiddetta ‘aviaria’).
Ma il dato davvero interessante di Viral, che tra l’altro viene esplicitamente affermato all’inizio del film, indirizzando subito l’attenzione dello spettatore sulla questione di fondo, è il rapporto che si crea tra il parassita e l’ospite, cioè l’organismo che viene invaso. Un insignificante, minuscolo vermicello penetra sotto pelle e, mano a mano, prende totalmente il controllo di un essere estremamente più grande e complesso. Come metafora dei rapporti di potere che si creano ai tempi della società liquida, bisogna riconoscere che la provocazione degli sceneggiatori, Christopher B. Landon e Barbara Marshall, non è gratuita, ma abbastanza efficace ad illuminare alcune dinamiche che non di rado effettivamente si verificano al giorno d’oggi. Non stiamo assistendo ad un evidente impoverimento del valore della classi politiche, quelle che dovrebbero guidare i complessi processi della post-modernità? Il corpo enorme della democrazia è sempre più alla merce di individui insignificanti che, trenta o quarant’anni fa, non avrebbero neppure sognato di mettere piede in un parlamento (non sarebbero stati mai presi in considerazione come possibili candidati). Oggi il desiderio di ottenere a tutti i costi consenso, a scapito di una reale adeguatezza rispetto ad un ruolo decisivo come quello dell’esercizio del potere politico, ha prodotto una folta schiera di piccoli, insulsi parassiti che, paradossalmente, si ritrovano a decidere del destino di una quantità enorme di persone (il corpo della democrazia di cui si diceva sopra).
Ecco, allora, che Viral, al netto delle trovate visive e dell’effettivo orrore provocato, costituisce una variante non trascurabile di un genere un po’ esautorato (quello della classica «epidemia zombesca»), che rivitalizza non poco. D’altronde non è certo la prima volta che l’horror (John Carpenter in ciò ha fatto scuola) diviene il mezzo attraverso cui veicolare una serrata critica al sistema di vita del mondo contemporaneo, dal punto di vista politico, sociale e umano.
Tirando le somme, dunque, si può con ragionevolezza affermare che Viral è un film onesto, avvincente, con un sotto testo discreto che fornisce un valore aggiunto da non trascurare. Per questi motivi, ve ne consigliamo la visione, che, ne siamo persuasi, non vi deluderà.
Pubblicato e distribuito da Midnight Factory, la collana horror di Koch Media, Viral è disponibile in dvd e blu ray (Limited Edition con booklet), in formato 2.35:1 e audio in italiano e originale con sottotitoli opzionabili. Nei contenuti extra il trailer.
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