Con Ibi di Andrea Segre, il 18 ottobre 2017, nel luogo deputato per eccellenza alla gestione della cosa pubblica e sociale, ossia il Parlamento, si è lanciato un grido nel modo più efficace e penetrante. Alla presenza del regista, di Salami Taiwo Olaywola, di Giulio Marcon, capogruppo di Sinistra Italiana, di Emma Bonino e dei rappresentanti del Movimento Migranti e Rifugiati di Caserta, è stato presentato un progetto già fieramente parte della edizione di Locarno 70, che unisce il talento visivo di Segre nell’attenzione ai temi del sociale alla determinazione ed alla concretezza della Campagna dei Radicali Italiani #Erostraniero.
Dopo che Emma Bonino ha visto Ibi, si è infatti deciso di eleggere questa donna e la sua storia a simbolo della campagna, di quella resistenza positiva, energica, che non ha mai abbandonato Ibi nella sua esperienza di immigrata in Italia fino al suo esito scuro. Ibi è l’autonarrazione diretta e spontanea di una donna, Ibitocho Sehounbiatou, e della sua vita a Castel Volturno, un territorio da tempo immemore dominato dalla camorra, devastato e speculato, che pian piano sta tentando di rinascere, e dove pullula una parte di quella massa di irregolari giunti in Italia in cerca di una vita migliore. Ibi ha vissuto qui, in una delle tante villette abusive che delimitano la costa campana, con il suo nuovo compagno e marito Salami. Entrambi cercano dignitosamente di andare avanti, e la donna, visto che non può tornare in Africa (da sua madre e dai suoi figli che ha dovuto lasciare) perché sprovvista del permesso di soggiorno, filma e fotografa se stessa in questo ambiente, insieme a tutto ciò che la circonda.
Questa testimonianza ci mette davanti agli occhi un essere umano che cerca in tutti i modi di integrarsi: nel rendere abitabile il posto in cui vive, coltivando ortaggi italiani e peperoncino africano, nel cercare di mettere a frutto le sue doti artistiche scoperte proprio in Italia, negli anni di prigione, lavorando come fotografa e videomaker per matrimoni, battesimi, eventi. E in questa veste Ibi si interfaccia anche con il movimento Migranti e Rifugiati di Caserta, entrando a contatto con coloro che cercano di battersi per prevenire sfruttamento e cercare di far ottenere quel pezzo di carta da cui dipende la vita dei senza identità sociale: il permesso di soggiorno. Un vero deus ex machina, che condiziona non solo il modo di stare dentro il Paese in cui si emigra, ma anche la possibilità di rivedere i propri cari e il proprio luogo d’origine: senza il permesso di soggiorno il ritorno è un viaggio a senso unico. Ibi e coloro che vivono questa condizione di mezzo sono davvero senza via d’uscita. E questa donna, nonostante tutto, non perderà mai il suo sorriso, la sua gioia di vivere e la speranza.
Un richiamo positivo, per una battaglia culturale che si può vincere mostrando l’essere umano che abbiamo di fronte, le sue difficoltà e la sua forza nel tentare di cambiare il corso della propria esistenza, perché senza cambiamento si muore. Ibi sarà in giro per l’Italia nelle proiezioni già programmate e nelle future. Insieme ad Ibi, non perdete in questi giorni in sala neppure L‘Ordine delle Cose, con cui Andrea Segre affronta l’altra faccia dell’immigrazione: quella della gestione politica dei flussi migratori.
Questo sabato 21 ottobre la Reggia di Caserta dedicherà ad Ibi un’intera giornata, anche con una mostra fotografica dei suoi lavori. Chi fosse interessato a diffondere questo documento visivo davvero prezioso può chiedere il film scrivendo una mail a: distribuzione@zalab.org.