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Blade Runner: con Ridley Scott e Harrison Ford nascono i replicanti

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« Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi.
Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione.
E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire. »

 

Blade Runner è un film di fantascienza del 1982, diretto da Ridley Scott e interpretato da Harrison Ford. Distribuito da Warner Bros.

La sceneggiatura, scritta da Hampton Fancher e David Webb Peoples, è liberamente ispirata al romanzo del 1968 Il cacciatore di androidi (Do Androids Dream of Electric Sheep?) di Philip K. Dick.

Blade Runner di Ridley Scott

In una Los Angeles brulicante, immensa e situata nel futuro prossimo, un ex detective della polizia (Harrison Ford), specializzato nella caccia e nel “ritiro” di replicanti ribelli, viene richiamato in servizio per scovarne quattro, evasi da una colonia extraterrestre. Questa volta, la sua vita ne uscirà del tutto cambiata.

La recensione

Blade Runner si interroga sulle possibilità offerte dall’eugenetica e dalla clonazione nella creazione di replicanti e sulle implicazioni morali, etiche e religiose derivanti. In questo senso si presenta come un racconto morale assimilabile a Frankenstein di Mary Shelley.

Da questo punto di vista, uno dei temi centrali del lungometraggio è la questione di che cosa sia e cosa significhi “umanità”. Anche se la differenza tra replicanti e umani è fondata essenzialmente sulla mancanza d’empatia nei primi, gli androidi sono presentati come degli esseri capaci di compassione (Batty arriva a salvare la vita a Deckard) e di preoccuparsi gli uni degli altri. Il ribaltamento di prospettiva è completato dal fatto che le figure umane sono invece fredde, distanti ed egoiste, mentre la folla nelle strade è anonima e impersonale.

Chi è Deckard?

La questione se Deckard sia un umano o un replicante è stata dibattuta fin dall’uscita del film. I produttori e Harrison Ford volevano che Deckard fosse umano, mentre Hampton Fancher preferiva mantenere una certa ambiguità; Ridley Scott, invece, ha confermato che nella sua visione Deckard è un replicante. La sequenza onirica dell’unicorno, inserita dalla versione Director’s Cut, insieme all’origami lasciato da Gaff in forma di liocorno, è considerata da molti una prova del fatto che Deckard sia un replicante, poiché Gaff avrebbe avuto accesso ai ricordi artificiali del Blade Runner. Questa interpretazione è messa in dubbio da alcuni, che affermano che la mancanza di una risposta definitiva è cruciale per cogliere il messaggio centrale del film. Questa voluta ambiguità, incertezza e ricchezza testuale, permette agli spettatori di interpretare il film secondo il loro gusto personale.

Il film presenta numerosi riferimenti e allegorie religiose. I replicanti dalle capacità sovrumane sono creati dal dottor Tyrell (Dio) e il loro ritorno dalle colonie extramondo (paradiso) ne fa degli angeli caduti; Roy Batty presenta infatti numerose similitudini con Lucifero, che diventano evidenti quando cita, variandolo, un estratto dell’opera di William Blake America a Prophecy: Fiery the angels fell… (lett. “Fieramente caddero gli angeli”) al posto di Fiery the angels rose… (lett. “Fieramente si alzarono gli angeli”).

D’altronde, nel finale del film, Batty si perfora il palmo della mano con un chiodo, richiamando la figura di Gesù di Nazaret, e la colomba, simbolo cristiano dello spirito santo, che prende il volo dalle sue mani, sembra portare il suo spirito in cielo. L’ambientazione stessa, con la pioggia incessante, le esplosioni, i fuochi, sembra richiamare scenari apocalittici e il diluvio universale.

Qui per una recensione approfondita del film

  • Anno: 1982
  • Durata: 124'
  • Distribuzione: Warner Bros.
  • Genere: Fantascienza
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Ridley Scott

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