Philadelphia, un film del 1993 diretto da Jonathan Demme. Tratta il delicato tema dell’AIDS, malattia che raggiunse il culmine della sua drammaticità negli anni novanta. Trae vaga ispirazione da vicende accadute anni prima a Boston. Per il ruolo del protagonista Andrew Beckett, poi affidato a Tom Hanks, che per interpretarlo perse dodici chili, furono interpellati anche Daniel Day-Lewis, Michael Keaton e Andy Garcia. Le riprese del film iniziarono il 20 ottobre 1992 e si conclusero il 4 febbraio 1993.
Uno degli elementi portanti del film, accanto alle interpretazioni del pluripremiato Tom Hanks e di Denzel Washington, è la musica, che sostiene quasi tutte le scene principali: alla colonna sonora composta da Howard Shore, si affiancano i brani Streets of Philadelphia all’inizio del film e Philadelphia nel finale, i cui autori Bruce Springsteen e Neil Young ottennero rispettivamente il premio Oscar alla migliore canzone e una nomination per il medesimo riconoscimento. L’album della colonna sonora ufficiale del film è risultato l’undicesimo disco più venduto in Italia nell’anno 1994.
Sinossi
Andrew Beckett è un giovane e brillante avvocato, tra i collaboratori di punta di uno dei più prestigiosi studi legali di Philadelphia, ma viene licenziato in tronco quando i suoi datori di lavoro scoprono che ha contratto l’Aids. Beckett vuol far valere i suoi diritti e si rivolge a parecchi avvocati, ma nessuno accetta. Anche il celebre penalista nero Joe Miller in un primo tempo rifiuta l’incarico, ma avendo incontrato Beckett in una biblioteca, dove questi sta preparandosi a sostenere la causa da solo, cambia idea.
Nella sua scheda il Morandini definisce il film di Jonathan Demme “una lezione di tolleranza, una requisitoria sui pregiudizi, un’arringa contro l’ingiustizia”. In questo caso ha visto giusto. Il film appartiene al periodo più creativo del regista Demme, girato subito dopo lo straordinario successo de Il silenzio degli innocenti, basandosi su una solida sceneggiatura di impianto “liberal” scritta da Ron Nyswater che affronta in maniera esplicita l’omofobia nella società americana, dimostrandone l’insensatezza e la crudeltà senza eccessi declamatori o demagogici. Per essere un legal drama con parecchie scene ambientate in tribunale, ha un buon ritmo che allontana il rischio della noia, dialoghi effervescenti, qualche affondo patetico, ostentato, come la celebre scena in cui Hanks ascolta il canto di Maria Callas nell‘Andrea Chenier, che resta comunque abbastanza toccante e non banalmente ricattatoria a livello emotivo. Nell’ambito del cinema di impegno civile sulla tragedia dell’AIDS Philadelphia resta uno dei primi e dei più significativi esemplari, e pazienza se qua e là si affaccia qualche momento un pò retorico: nel complesso il bilancio resta all’attivo e bisogna apprezzare il coraggio degli autori nell’esporsi su un tema molto delicato e ancora difficile da assimilare, soprattutto nel 1993 quando fu girato. Determinante il contributo del cast con i due protagonisti in gara di bravura: a mio parere il match finisce in parità, con un Tom Hanks che ha vinto l’Oscar grazie alla sua eccellente performance mimetica, ma con un altrettanto bravo Denzel Washington, magnetico e vitale nel ruolo dell’avvocato nero che riesce a vincere i suoi pregiudizi.