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L’equilibrio: Vincenzo Marra torna dietro la macchina da presa per denunciare la drammatica situazione di una terra divorata dalla criminalità

Vincenzo Marra realizza uno dei suoi migliori film, descrivendo l’attuale situazione di una terra completamente divorata dalla criminalità, dove nessuno, ma proprio nessuno, è in grado di trovare una soluzione a un male radicato in profondità

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Presentato nel corso delle Giornate degli Autori della 74° Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia, il nuovo film di Vincenzo Marra, L’equilibrio, racconta lo “scontro” ideologico e spirituale di due sacerdoti, che vivono il loro percorso di fede in modo diverso, e il dilemma circa la scelta giusta da fare in una terra completamente abbandonata da tutti, in cui domina la criminalità organizzata. Il protagonista Don Giuseppe, interpretato dall’ottimo Mimmo Borrelli, è un sacerdote che non ha paura, la sua fede è talmente forte che lo porta inesorabilmente a scontrarsi con la dura realtà del luogo dove si è fatto trasferire. Don Antonio (Roberto Del Gaudio) è stato costretto, suo malgrado, a fare dei compromessi con la propria coscienza per tutelare le persone che vivono in quel territorio disastrato.

A poche giornate di distanza, un’altra pellicola, dal titolo Veleno, diretta da Diego Olivares, sempre ambientata in Campania nella Terra dei Fuochi, è stata presentata alla Mostra del Cinema di Venezia. Il film di Vincenzo Marra mette in scena la cruda realtà dei fatti relativa a un territorio completamente abbandonato dalla Chiesa, dalle istituzioni e in balìa della criminalità. Un ritorno alla terra natia per Vincenzo Marra, il quale, seguendo una metodologia già collaudata in passato, si confronta con la realtà delle periferie e i sotterramenti illegittimi di rifiuti tossici. L’unico capace di ribellarsi a questa tremenda ingiustizia è Don Giuseppe, disposto a tutto per cercare di far luce su questa spinosa situazione, e in particolar modo sulle continue violenze sessuali subite da una bambina.

La macchina da presa segue ogni movimento compiuto da Don Giuseppe: la sua continua e inarrestabile lotta per ricerca della verità, la voglia di trovare una soluzione anche quando non sembran essercene. La sceneggiatura, scritta dallo stesso Marra, si regge su una narrazione lineare, impreziosita dalle ottime interpretazioni degli attori. Il personaggio di Don Giuseppe è scritto benissimo, non cerca il martirio, non vuole emulare Gesù, ma semplicemente prosegue con tenacia il suo cammino, cercando di essere coerente con se stesso e con le cose della vita. In un cast composto principalmente da attori non professionisti, oltre al già citato Mimmo Borelli, attore e drammaturgo napoletano (qui al suo debutto cinematografico), troviamo Paolo Sassanelli nei panni del Vescovo.                                Vincenzo Marra realizza uno dei suoi migliori film, descrivendo l’attuale situazione di una terra completamente divorata dalla criminalità, dove nessuno, ma proprio nessuno, è in grado di trovare una soluzione a un male radicato in profondità.

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