Il FondiFilmFestival, organizzato dall’Associazione Giuseppe De Santis, in programma a Fondi dal 16 al 23 settembre, è una di quelle manifestazioni cinematografiche che, silenziosamente e appassionatamente, portano avanti ormai da anni un discorso culturale di assoluto spessore. Se il Fondi ha saputo, nel corso di tutto questo tempo, assicurarsi e conservare un così alto livello di credito e di stima, è stato innanzitutto grazie alla qualità di tutti i collaboratori che partecipano, a vario titolo, alla manifestazione. Una pluralità di voci, dunque, coordinate dal direttore artistico Marco Grossi e dall’organizzatore generale Virginio Palazzo, che semplifica, nutre e moltiplica lo sviluppo del dibattito culturale nel e sul territorio. La conduzione dal proscenio, poi, di Marco Grossi e di Virginio Palazzo, un elemento questo che si consolida sempre più negli anni, mantiene connotati di sobrietà: mai gridata, mai ostentata, anzi spesso svolta con garbata ironia. L’identità del FondiFilmFestival, che ricordiamo è dedicato al regista autoctono Giuseppe De Santis, certamente è il richiamo assoluto alla qualità, alla cinefilia, al cinema d’autore; quest’anno poi sarà poi una edizione arricchita anche dalla celebrazione dei cento anni della nascita a Fondi, appunto, di Giuseppe De Santis.
Lo aveva detto anche Valerio Caprara, professore ordinario e storico del cinema e, come lui stesso si era definito, proprio con una mesta umiltà, critico quotidianista de “Il Mattino” di Napoli (oggi Caprara è un volto anche assai noto grazie alla trasmissione Rai “Cinematografo” condotta da Gigi Marzullo al quale presta il suo contributo ormai da anni), intervenuto a Fondi per celebrare quella che era stata, l’11 febbraio scorso, l’apertura delle iniziative atte a festeggiare i cento anni della nascita del regista Giuseppe De Santis, e che, in qualche maniera, culmineranno con il festival, e sarà anche l’occasione, irrinunciabile pensiamo, per vedere o rivedere tutti i suoi film: “i centenari spesso si materializzano in vuoti rituali, questo di Fondi invece è stato tutt’altro che un cerimoniale di apparenza, a Fondi è venuto fuori proprio il cuore del paese, la forte passione degli organizzatori, la vocazione sublime della associazione, la dedizione assoluta di tutti quelli che amano il cinema e di tutti quelli che amano in particolare Giuseppe De Santis”.

Il cinema nel suo significato più generale, aggiungiamo noi, perché Peppe De Santis non è stato solo il regista del grande movimento del neorealismo, ma è stato il regista, tra quelli di accertata identità neorealista, che meglio ha saputo mettere in scena, proprio attraverso la grammatica rigorosa del realismo, anche uno spettacolo per le grandi platee.
Steven Spielberg, come ha raccontato Lino Capolicchio, in un incontro con Giuseppe De Santis a Roma, si era addirittura inginocchiato al cospetto del regista, per chiedergli “lumi” sul film Roma ore 11, su come cioè aveva fatto, Giuseppe De Santis, in quel remoto anno 1948, a filmare uno dei piani sequenza più belli della intera storia del cinema. Quando Valerio Caprara poi ha ripreso la parola il primo pensiero rivolto è stato verso il pubblico presente, accorso davvero numeroso, e non solo dal paese, tanto che la sala convegni del Palazzo Caetani di Fondi non era riuscita nemmeno a contenerli tutti, e la fila, oltre che in piedi, si era propagata ben oltre l’uscio.
Valerio Caprara poi ha tenuto davvero a sottolineare di avvertire sempre un grande disagio, quando il relatore resta seduto comodamente e disquisisce, ed il pubblico che ti ascolta rimane costipato e costretto in piedi. L’analisi critica di Caprara verso il cinema di Giuseppe De Santis, in quel frangente festoso, è stata quasi da fan. Valerio Caprara è un critico che davvero adora la filmografia del regista di Fondi ( … solo, dodici film, ma tutti da storia del cinema … come dichiarò anni fa Tullio Kezich) e nel proscenio del convegno di apertura al Palazzo Caetani non ne ha fatto certamente un mistero. Quando Valerio Caprara ha detto che, e ricordiamo sono state proprio le sue prime parole, “Giuseppe De Santis, Peppe per gli amici, è un grande cineasta italiano …” pensiamo abbia già detto tutto, ed in maniera molto chiara e netta.

Il programma imbastito quest’anno dal Festival poi sarà quello che è una rilettura attenta, storico critica letteraria filmica, del tenace movimento del neorealismo, ed i relatori che si succederanno nelle serate, Adriano Aprà, Bruno Bigoni, Francesco Bruni, Lino Capolicchio, Daniela Currò, Luisa De Santis, Felice Laudadio, Claudia Marasca, Giuliano Montaldo, Gianfranco Pannone, Stefania Parigi, Franco Piersanti, Andrea Purgatori, Lidia Ravera, Silvia Scola, Ambrogio Sparagna, Daniele Vicari, tenderanno a portare il loro contributo nelle diverse collocazioni artistiche a cui, attraverso il loro percorso professionale, hanno qua e là adagiato la lezione del neorealismo. Ecco, dunque, il regista Francesco Bruni a cui sarà chiesto di parlare della svolta umoristica del neorealismo, il direttore della fotografia Giuseppe Lanci che si soffermerà sull’uso delle luci nella scena neorealista, i musicisti Franco Piersanti ed Ambrogio Sparagna sulla applicazione della musica dal neorealismo ai giorni nostri, finanche della scrittura del neorealismo attraverso i contributi di Lidia Ravera, Silvia Scola, Stefania Parigi, e dei riscontri con il mercato, con le nuove tecniche digitali, con il web, attraverso gli studi sul settore e le esperienze sui set di Felice Laudadio, Adriano Aprà, Andrea Purgatori, Giuliano Montaldo, Gianfranco Pannone, Daniele Vicari.