Era il lontano 1999 quando sugli schermi di tutto il mondo faceva la sua comparsa The Blair Witch Project, primo esperimento del genere teen-horror- thriller – footage, da allora replicato in innumerevoli versioni, quasi tutte molto lontane dal successo della prima. Il filone si è poi moltiplicato in altrettanti rivoli secondari di cui è sicuramente figlio questo Open Water 3 – Cage Dive, che riprende il tema classico del thriller marino, quello dello “squalo cattivo”, relegandolo, tuttavia, a un semplice orpello sullo sfondo dei rapporti tra i tre protagonisti. In realtà, a parte qualche brivido en passant di alcune sequenze, di horror resta davvero ben poco ,così come non v’è traccia del thriller, semmai resiste appena il dramma, e con molta fatica sopravvive a una soggettiva parossistica e ossessiva.
La storia ha inizio quando nei fondali a largo di Sidney viene rinvenuta una videocamera subacquea appartenuta a tre giovani americani, i fratelli Josh e Jeff e la fidanzata di quest’ultimo, Megan, dei quali da qualche giorno si sono perse le tracce. Scomparsi durante un’immersione nella gabbia anti squalo, le autorità marine avevano immediatamente riscontrato il rovesciamento, a causa di un’onda anomala, della loro barca d’appoggio. Il cugino dei due fratelli racconta che i tre amici si trovavano lì per girare un video che potesse dar loro la possibilità di accedere alle selezioni per un importante reality. Per conoscere la verità sulla loro sorte, vista la miracolosa integrità della scheda di memoria, non resta altro che visionare l’intera registrazione. Dopo un eccessivo lungo preludio, molto teen, sulla preparazione del viaggio e l’introduzione del triangolo amoroso che lega i protagonisti, le immagini lasciano campo libero alla constatazione che i famosi punti di svolta che in teoria, per definizione, dovrebbero rappresentare dei passaggi in grado di “scuotere” e ravvivare la storia, seppur scritti bene, all’atto pratico risultano fragili quanto un ponte di barche nel bel mezzo di una tempesta.
In questo frangente nulla può la buona prova recitativa dei tre protagonisti, Joel Hogan, “Jeff”, Josh Potthoff, Josh, e Megan Peta Hill, “Megan”, e la fotografia in linea di Andrew Bambach e dello stesso Rascionato. Magra consolazione per una pellicola che si limita a timbrare un cartellino che pochi andranno a controllare.