Incensurato, provata disonestà, carriera assicurata, cercasi, un film del 1972 diretto da Marcello Baldi, con Gastone Moschin, Riccardo Cucciolla, Paola Quattrini, Gisela Hahn, Nanni Loy e Arnoldo Foà.
A causa di un errore, il comunista Giuseppe Zaccherin (Gastone Moschin), uomo che vive di imbrogli, separato dalla moglie e con amante, si ritrova iscritto suo malgrado nelle liste della Democrazia cristiana. Convinto a candidarsi tanto dai compagni di partito quanto dagli esponenti fascisti, che lo ritengono innocuo, Zaccherin si presenta ma viene eletto a sorpresa dai cittadini, che vedono in lui un uomo diverso dalla classe politica corrente. Divenuto senatore, l’unico modo per neutralizzarlo è nominarlo Presidente della Repubblica.
Incensurato, provata disonestà, carriera assicurata, cercasi è un film destinato a rimanere attuale nel corso dell’intera storia moderna della repubblica italiana. Sorta di presa in giro dei fumosi accordi di governo dei primi anni Settanta, funziona anche come parabola dell’ascesa e declino subitanei dell’Uomo qualunque post-secondo dopoguerra, oltre che della rovinosa e ridicola disfatta dei grillini all’inizio del ventunesimo secolo; in generale si racconta senza mezzi termini degli intrallazzi nel ‘retrobottega’ della politica nostrana (dove non esistono partiti, colori, cognomi: solo spartizioni fra potenti e ammanicati) e, in senso ancora più lato, dell’idiozia dell’italiano medio, populista e boccalone di natura, con il suo becero atteggiamento capace soltanto di favorire i giochi di potere dei soliti noti. Un sequel ridanciano del capolavoro semisconosciuto di Luciano Salce, Colpo di Stato (1969), se si vuole.
A prescindere dalla forma, la pellicola è di assoluto valore e ben superiore alla media delle commedie ‘di satira’ o presunte tali contemporanee (si pensi ad All’onorevole piacciono le donne, uscito quello stesso anno con la firma prestigiosa di Lucio Fulci); a nobilitare l’opera c’è un cast strepitoso, che non ha bisogno di commenti: Gastone Moschin, Arnoldo Foà, Nanni Loy, Riccardo Cucciolla e Paola Quattrini, per citare solo gli elementi principali. Da apprezzare anche le musiche di Stelvio Cipriani; sceneggiatura di Guido Leoni e di Marcello Baldi, che qui conclude la sua carriera di regista cinematografico: nel decennio successivo, prima di ritirarsi del tutto, girerà solamente una manciata di titoli per la tv.