La carriera di James Franco iniziò nel lontano 1999 con un piccolo ruolo nel film Mai stata baciata. Il suo carisma e il suo talento lo lanciarono subito nella schiera di attori amati dalla fabbrica hollywoodiana che gli propose impegni sempre più prestigiosi e impegnativi come quello di Harry Osborn per la trilogia dello Spider-Man di Sam Raimi o del protagonista del Tristano e Isotta di Kevin Reynolds.
Ben presto però l’artista si rese conto di non voler più essere soltanto un attore: voleva creare prodotti d’autore partecipando personalmente alle diverse fasi lavorative. E così nel 2005, si sedette in cabina di regia per firmare Fool’s Gold, un prodotto originale ma non troppo fortunato. Dopo svariati cortometraggi e altrettanti documentari, lo scorso anno Franco ha presentato al Festival del Cinema di Venezia In dubious battle – Il coraggio degli ultimi, una personale rivisitazione dell’omonimo romanzo di John Steinbeck.
La storia, intensa e commovente, riguarda la dura ribellione dei lavoratori agricoli nella lontana California degli anni ‘30. I loro ideali sociali(sti) di una vita migliore, basata su condizioni di lavoro umane e retribuzioni oneste, cozzano però prepotentemente con la politica imprenditoriale dei grandi, avidi, proprietari terrieri. Come cani famelici, sfruttando il loro l’estremo bisogno di denaro ma sminuendone l’operato, infatti, li pagano solo un dollaro al giorno costringendoli a patire il freddo e la fame. Il malcontento cresce quindi nelle file dei lavoratori come “l’acqua pronta a bollire”, sebbene sembri non riuscire mai a raggiungere la giusta temperatura. Davanti alle continue ingiustizie subite, alcuni uomini coraggiosi ipotizzano un ideale più grande del bene individuale ed esprimono apertamente il desiderio di una vita migliore per i loro figli e per i figli dei loro figli. La lotta per la dignità e il rispetto, combattuta giorno dopo giorno con il sangue e il sudore della fronte, ma anche con la fermezza di spirito e la forza di intenti, porta nel 1935 al Wagner Act che garantisce il diritto ai sindacati, ai contratti collettivi e allo sciopero. Tre anni più tardi, il Roosevelt Fair Labor Standards Act prometterà anche un salario minimo e un massimo di 40 ore lavorative settimanali.
Nonostante James Franco sia il candidato perfetto per il ruolo del protagonista, decide di lasciare il posto al più giovane collega Nat Wolff (fattosi notare in Colpa delle Stelle), assistendolo però da vicino, facendogli da mentore e portandolo a diventare il simbolo di una rivoluzione sociale destinata a cambiare la Storia e le sorti di tutti gli uomini. Le premesse sono buone e il cast è d’eccellenza ma In dubious battle – Il coraggio degli ultimi non è affatto un film perfetto: troppo scuro, troppo dialogato, troppo sostenuto, forse. Eppure, sono proprio le sue debolezze e i suoi tasselli mancanti a renderlo un dramma politico riuscito, sofferto e moralmente forte.