Wall Street, un film del 1987 diretto da Oliver Stone e prodotto negli Stati Uniti dalla 20th Century Fox. Nel settembre 2010 è uscito il sequel, Wall Street – Il denaro non dorme mai, nel quale Michael Douglas veste nuovamente i panni di Gekko. In Italia è uscito il 22 ottobre 2010.
Il giovane Bud lavora come agente di Borsa per una società quotata a Wall Street. Vero yuppie newyorchese, Bud viene preso sotto la protezione di Gekko, uno spregiudicato affarista che domina il mercato, rovinando spesso i piccoli risparmiatori con i suoi intrallazzi. Ma quando Gekko adotta i suoi metodi anche nei confronti della ditta presso la quale lavora il padre di Bud, il ragazzo apre gli occhi. Dopo il Vietnam e la guerriglia sudamericana, Stone scorrazza nella giungla di Wall Street. Il regista svolge un racconto disteso, con svolte da melodramma e con contrapposizione frontale di buoni e cattivi, dimostrando comunque ancora una volta il suo attaccamento ai temi civili e all’analisi dei problemi americani. Il boss è Michael Douglas, che sfodera una grinta notevole, mentre l’allievo e suo padre sono interpretati da Charlie e Martin Sheen, padre e figlio anche nella vita reale.
Wall Street, quinto lungometraggio di Oliver Stone (fresco trionfatore agli Oscar con Platoon), scritto dallo stesso regista (che lo dedica al padre Louis, agente di borsa morto proprio nel 1985, l’anno in cui è ambientata la vicenda) insieme a Stanley Weiser, costituisce un’impietosa istantanea del sogno americano negli anni Ottanta di Ronald Reagan: il rampantismo, l’edonismo e l’individualismo senza freni, le immorali brame di potere, l’adorazione estatica del dio denaro, il “tutto e subito”, la barbara frenesia della corsa al successo, l’homo homini lupus.
Il film è uno spaccato del mondo della finanza negli anni ottanta, intriso di yuppismo, avidità e immoralità: il personaggio incarnato abilmente da Michael Douglas, basato sulla figura del multimiliardario Ivan Boesky, rappresenta l’archetipo del rampantismo degli anni ottanta, che idolatra il libero mercato e ne sfrutta le più evidenti incongruenze. Si tratta del tipico self-made man che si è fatto largo in modo duro e spietato, il tipico squalo dell’alta finanza che vuol essere larger than life e decanta Sun-Tzu, autore del famoso trattato L’arte della guerra, come vademecum nella vita e negli affari. Il monologo sull’avidità pronunciato dallo stesso Gekko nel corso del film esprime al meglio i connotati del personaggio e di una certa America, quella reaganiana, che Stone mette impietosamente in mostra.
La caratterizzazione data da Michael Douglas (vincitore di premio Oscar, Golden Globe e David di Donatello per questo film) al personaggio di Gekko è un’icona della cinematografia contemporanea e, per gli amanti del mondo della finanza, è un guru della speculazione mobiliare-immobiliare, al punto che la prestigiosa rivista statunitense Forbes ha dedicato una pagina a questo illustre, seppur fittizio, personaggio (ispirato probabilmente a Carl Icahn).