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FESTIVAL DI CINEMA

Master Blaster al Festival del cinema di San Lorenzo

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Luogo indefinito nel Lazio, sbattuto come una pallina da ping pong tra la casa dei miei,  nuova casa e  nuovo negozio.

Nell’afa dell’estate più calda degli ultimi cento anni!

Colonna sonora : “Martha and the vandellas – Nowhere to run”

E finalmente trovo il tempo di mettere nero su bianco il nuovo articolo, in preparazione già da qualche settimana.

Dopo otto anni di permanenza nel Pontino, in procinto di trasferirmi in Sabina, ho dovuto fare molte volte tappa a Roma, rendendomi conto per la prima volta di come sia diventata evanescente quella che una volta era la celebre e celebrata “estate romana”.

Sarà che i tempi cambiano, sarà che la crisi morde, sarà che da almeno 15 anni (se non molto di più) tutti i sindaci che si sono susseguiti  (e la presente non fa eccezione) sono stati praticamente solo i sindaci di Roma Centro, ad uso e consumo esclusivo dei turisti, ma della creatura nata dalla volontà del compianto Renato Nicolini è rimasta ben poca cosa.

Quindi, in una scelta limitata a un paio o poco più di festival/arene, mi è sembrato naturale focalizzare la mia attenzione sulla prima edizione del Festival del cinema di San Lorenzo.

Primo: per la dimensione di festival che in un momento di stanca come quello attuale, esce certamente dalla realtà un po’ di “ridotta” delle semplici arene.

Secondo: per il respiro internazionale e altamente istituzione che caratterizza questo evento facendolo uscire dai confini ristretti del pur storico quartiere Romano in cui si svolge.

Infatti oltre ad una retrospettiva di grandi classici del neorealismo Italiano come Roma città aperta, C’eravamo tanto amati o l’immortale e commovente Tutti a casa (che vede Alberto Sordi nella sua più alta interpretazione – almeno per il sottoscritto), largo spazio è stato dato ai giovani della nuova onda della documentaristica.

Il tutto coinvolgendo e mettendo insieme con pazienza certosina uno spettro che va da soggetti dal profilo altamente istituzionale come il Municipio II, l’ANPI, l’ambasciata Cubana, a realtà professionali da sempre attive nella diffusione cinematografica come hollywood tutto sul cinema, o esercizi storici del territorio come il pub Sally Brown, fino ad arrivare ad un variegatissimo gruppo di associazionismo di base e  realtà culturali o solidali, come Liberazione, Patria Socialista, Associazione Italia-Cuba, e ben dodici stand destinati ad enti di solidarietà per i terremotati del centro-Italia.

Dopo un po’ di inseguimenti riesco a catturare Giorgia Grossi di “hollywood tutto sul cinema” che è anche direttrice artistica del festival, oltre che una mia vecchia amica, per fare due chiacchiere e un bilancio.

Come sempre, quando parlo di una mia conoscenza personale, il discorso è reso difficile da quello strano imbarazzo che mi prende quando devo scrivere sui miei amici e mi lascia indifferente davanti agli sconosciuti (giuro! Avessi anche il buon anima George A. Romero davanti).

Ma Giorgia, da consumata organizzatrice, è abituata a trattare problemi molto più grandi della mia goffaggine e se non l’amicizia, sicuramente la soddisfazione di un evento così ben riuscito è un buon motivo per portare pazienza.

Una media di 400 presenze a sera e un carnet di nuove proposte di alta qualità portate praticamente in esclusiva a Roma.

Film come Crazy for Football di Volfango De Biasi, che può vantare il blasone di miglior film per i David di Donatello e che riesce a trattare nella cornice certamente leggera del calcio le tematiche del disagio mentale.

E quello che certamente è stato l’appuntamento più atteso del festival, ovvero The Cuban hamlet che dietro il titolo a prima vista dicotomico, quasi distopico, altro non è che un documentario sulla vita del grande Tomas Milian, per la regia di Giuseppe Sansonna.

Uno sguardo sulla carriera di un attore amatissimo in Italia per le sue commedie scanzonate e boccaccesche.

Ben pochi sanno però, che dietro l’istrione si nascondeva il dramma umano di un emigrante e la preparazione seria, metodica e disciplinata di un attore “Shakespeariano ab origine”.

Sempre per restare in tema di cinema cubano abbiamo Cuba libre, una coproduzione Studi Mundo Latino di Cuba e il Lib-Lab di Torino che narra la vicenda dello sbarco del Gramma nel contesto della rivoluzione di Fidel.

Chiude la carrellata delle novità l’ultimo documentario Non tremare – storia di un campo solidale del collettivo Lab-tv che ci riporta in italia, raccontandoci la generosa esperienza delle Brigate di Solidarietà Attiva accorse da tutta italia per portare la loro opera di soccorso dopo il Terremoto che distrusse Amatrice nel 2016.

Sicuramente però, dice Giorgia con un mezzo sorriso sotto i baffi, la soddisfazione più alta è stata la visita a sorpresa di Jasmine Trinca a tre giorni dalla Palma d’oro a Cannes.

Anche da qui, lo stimolo per la missione (quasi) impossibile dell’anno prossimo.

Riuscire a portare all’ombra delle mura Aureliane nientepopodimeno che Ken Loach.

Che dire Giorgia… Se ci riesci ti pagherò una birra!

La chiacchierata si avvicina al termine e come al solito, prevedibile come un serial killer, è il momento delle domande sui progetti futuri per questo festival.

La carne al fuoco è tantissima, ma al netto dell’esperienza appena trascorsa, già si possono tracciare delle linee guida imperniate su solidi cardini.

Primo, irrinunciabile punto all’ordine del giorno è ovviamente quello di rimanere nel quartiere, pur cercando di aprirsi sempre di più ad un respiro internazionale.

Secondo, mantenere questa attività decentrata, fruibile alla portata di tutti… quindi gratuita!

Terzo, continuare a puntare sui giovani artisti e riuscire oltre a dargli la visibilità che il mainstream di norma nega, anche un segno tangibile di incoraggiamento attraverso l’istituzione di un premio.

In proposito per chi volesse mandare i propri lavori, riporto di seguito il contatto: festivaldelcinemadisanlorenzo@gmail.com

Per finire ci sarebbe in cantiere anche una grossa sorpresa, ma su questo Giorgia non si sbottona e conoscendola so che anche l’eradicazione delle unghie per cavargli qualcosa sarebbe inutile.

L’unica speranza, è che quando saranno pronti, almeno mi concedano l’esclusiva sulla notizia… se no le unghie gliele strappo sul serio.

Come si dice… “cinefila avvisata….”

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