Film da Vedere

Un giorno di ordinaria follia

Michael Douglas, in una delle sue migliori interpretazioni. Joel Schumacher cattura bene lo spirito di un epoca, la fine dell’edonismo, grazie anche a comprimari in stato di grazia, Robert Duvall su tutti

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Un giorno di ordinaria follia è un film del 1993 diretto da Joel Schumacher. È stato presentato in concorso al Quarantaseiesimo Festival di Cannes.

William Foster è incastrato in un ingorgo gigantesco e a Los Angeles fa caldo. Abbandona l’automobile per andare a telefonare alla moglie, dalla quale peraltro è divorziato, e per uno screzio col proprietario di un drugstore diventa violento al punto da sfasciare il locale. Da quel momento William non si ferma più: picchia chi trova e uccide chi gli capita a tiro finché…

Michael Douglas, in una delle sue migliori interpretazioni, ci trascina nell’inferno dell’uomo medio e lo vendica (ipoteticamente) di tutte le sue frustrazioni. Joel Schumacher cattura bene lo spirito di un epoca, la fine dell’edonismo, grazie anche a comprimari in stato di grazia, Robert Duvall su tutti. Un film che è una durissima allegoria (non esattamente velata) sulla follia a cui conduce lo stile di vita moderno. I supercivilizzati Stati Uniti d’America sono una serie di quotidiane trappole per la salute mentale dell’uomo: dagli ingorghi stradali ai perenni lavori in corso immotivati, dalle sorridenti umiliazioni dei fast food alla mancanza di rispetto per bambini e deboli; il tutto condito dall’umore chiuso e scorbutico, sospettoso e nervoso con cui l’americano medio gestisce i rapporti interpersonali. La soluzione è la strage, l’annullamento (ed autoannullamento) del genere umano ridotto in questo stato. La tensione è il vero protagonista, anche se il duello Douglas-Duvall è gustoso; qualche ironia sdrammatizza il giusto. Il finale è l’unico possibile.

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