Si potrebbe parlare del trio artistico composto da Wertmuller-Giannini-Melato citando due indimenticabili film: Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto (1974) e Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973).
Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto è un film del 1974 scritto e diretto da Lina Wertmüller.
Una ricca signora milanese, Raffaella Pavoni Lanzetti, è in crociera nel Mediterraneo. Non si fa scrupolo di snobbare crudelmente la ciurma, ma quando naufraga su un’isola deserta con l’unica compagnia del marinaio Gennarino Carunchio, siciliano rude e comunista, la gerarchia di poteri si capovolge. Dopo un primo momento di paura, la signora ci prende anche gusto…
Un film che è diventato ormai un cult degli anni 70 italiani, complice la regia della Wertmuller e l’ottima recitazione dei due protagonisti. Siamo nel 1974 e lo scontro politico-sociale tocca le sue punte più alte: è appena stata respinta l’abrogazione del divorzio con il referendum e continua l’eterna lotta tra comunisti e democristiani. La signora dello yacht è l’esempio dell’arroganza del potere mentre il marinaio Gennarino deve accusare senza rispondere. Quando si troveranno su un’isola a causa di un naufragio, Gennarino, uomo siciliano vecchio stampo comanderà sulla “femmina” come la chiama lui. Poi tra loro scoppierà la passione e il messaggio è che la borghesia e il proletariato possono incontrarsi soltanto se sono fuori dal mondo, ad esempio su un’isola deserta.
Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” è un film del 1973 scritto e diretto da Lina Wertmüller. Presentato in concorso al 26º Festival di Cannes, è valso al protagonista Giancarlo Giannini il premio per la migliore interpretazione maschile.
Il contadino lombardo Antonio Soffiantini , detto Tunin, è incaricato di uccidere Mussolini e sceglie come base per la sua azione una casa di tolleranza, aiutato dalla prostituta Salomè.
Il primo impatto con questo film è, certo, tutto in salita: all’inizio lo spettatore si sente aggredito da una sventagliata di colori regionali, innaturalmente (e forse inutilmente) chiassosa. Ma di lì a poco, non appena i toni si acquietano, si avverte come un tepido fermento che sale in superficie, lo sciabordio di un rigurgito di rabbiosa amarezza che va dritto al cuore, e circuisce con la sua tenera malizia. Lina Wertmüller riesce a impregnare cose tradizionalmente sporche e squallide, quali l’amore a pagamento e la lotta armata, di una poesia rustica, gustosa e calda come una minestra contadina.
Dal film è stato tratto uno spettacolo teatrale diretto dalla stessa Wertmüller, con Elio (del gruppo Elio e le Storie Tese) e Giuliana De Sio, rispettivamente nei ruoli che furono di Giancarlo Giannini e di Mariangela Melato.