Storia di un amore che travalica barriere razziali ed eventi drammatici quella raccontata in The Big Sick di Michael Showalter, in streaming su MUBI da Locarno 70. Il film è stato candidato agli Oscar per la sceneggiatura.
The Big Sick la trama
Ispirato alla storia personale di Kumail Nanjiani, attore comico pachistano naturalizzato americano, e della moglie Emily Gordon, il film racconta il loro incontro a Chicago, lui stand up comedian in un club, lei psicologa. Il loro innamoramento però è ostacolato dall’oppressiva famiglia di Kumail che vorrebbe per il figlio un matrimonio combinato secondo la tradizione del proprio paese e una carriera da avvocato. In tutta la prima parte di The Big Sick si alternano sequenze tra il ragazzo e i suoi amici e colleghi all’interno del club, dove si esibiscono; agli incontri amorosi tra Kumail ed Emily; e a quelli con la sua famiglia, in cui viene messo in scena il confronto, tra il serio e il faceto, tra il protagonista e la madre che tutte le volte gli presenta una ragazza per poter combinare il matrimonio. Sequenze in cui si ride e sorride e che sfociano nella fuga di Emily dopo la scoperta che il fidanzato non ha mai parlato di lei alla famiglia.
Inizia così la seconda parte drammatica del film, dove Emily è ricoverata improvvisamente in ospedale per una grave infezione polmonare, intubata e messa in coma artificiale. Kumail le sta a fianco e in questo frangente incontra i genitori della sua ex fidanzata. Tutta questa seconda parte del film è un duetto a tre tra il protagonista e Terry (Ray Romano) e Beth (Holly Hunter), i genitori di Emily. Tra iniziali incomprensioni, ironie sottili, scontri personali e culturali, il rapporto tra loro si trasforma in qualcosa di più forte intorno al corpo inerte di Emily nel letto dell’ospedale in lotta contro la morte. Emily riesce a superare la malattia e, dopo un primo rifiuto del ragazzo, attraverso una lunga convalescenza si riavvicina fino a raggiungerlo a New York, dove nel frattempo lui si è trasferito.
Una commedia piacevole
Scritto da Kumail Nanjiani e da sua moglie, interpretato da lui stesso (mentre il ruolo della moglie è affidato alla giovane attrice Zoe Kazan, nipote del regista Elia), The Big Sick è una commedia piacevole, divertente, piena di buoni sentimenti, scritta bene. Prodotta da Judd Apatow, rientra in quello stile riconoscibile del regista e sceneggiatore, fatto di racconti edificanti su uomini e donne alle prese con l’amore e gli ostacoli che si frappongono per il raggiungimento della felicità, in un’esaltazione della vita di coppia e dell’armonia familiare che contraddistingue la produzione ormai ventennale di Apatow. Un cinema dei buoni sentimenti, del lieto fine, che tratta temi difficili come la morte, il desiderio di affermazione personale, la maturità emotiva delle persone, le differenze culturali e psicologiche dei personaggi delle sue storie, con una mano sempre leggera.
Caratteristiche che fanno della regia di Michael Showalter una mera esecuzione del mondo di Apatow che in questo caso ha trovato nella storia di Kumail ed Emily un nuovo esempio (reale) di rappresentazione della sua visione del mondo. The Big Sick si avvale della simpatia di Nanjiani e della bravura di interpreti come la Kazan e la Hunter, che disegnano i loro personaggi con levità e compartecipazione.
Tutto questo però, allo stesso tempo, non va mai realmente in profondità ai temi trattati, ma appare come un modo per ottundere il malessere quotidiano dello spettatore. Se vogliamo fare un paragone, le commedie musicali di Fred Astaire e Ginger Rogers stavano alla Grande Depressione degli anni Trenta come quelle di Judd Apatow stanno a questi anni turbolenti: entrambe vogliono regalare momenti di effimera felicità. Certo, alcuni film della coppia di attori-ballerini sono entrate nella storia del cinema, per quelle del moderno deus ex machina della commedia americana contemporanea ci restano molti dubbi che ciò possa accadere.
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