Diretto nel 1959 da un regista poliedrico come Richard Fleischer, autore assai prolifico (46 film) che ha spaziato, nel corso della lunga carriera, praticamente in tutti i generi, Frenesia del delitto (Compulsion) fa parte della cosiddetta ‘trilogia della pena capitale’ assieme ai successivi Lo strangolatore di Boston del 1968 e L’assassino di Rillington Place n. 10 del 1971 (entrambi diretti dallo stesso Fleischer). Ciò che rende quest’opera degna di particolare attenzione è l’illustre parentela con il precedente Nodo alla gola (Rope, 1948), primo film a colori di Alfred Hitchcock, entrato velocemente nella storia del cinema per l’innovativa forma (fu realizzato con otto piani-sequenza, la maggior parte dei quali collegati tra loro in modo da apparire come un’unica ripresa): le due pellicole hanno in comune l’interessante premessa filosofica, sebbene utilizzata in maniera volutamente molto discutibile, laddove protagonisti in entrambi i lungometraggi sono due giovani uomini dalle spiccate doti intellettuali, i quali, ‘fuorviati’ dalla lettura dell’opera di Nietzsche, che evidentemente fraintendono, architettano e compiono un freddo e mostruoso omicidio, nel tentativo di dimostrare a loro stessi di essere in grado di porsi ‘al di là del bene e del male’, ambendo in tal modo a incarnare la figura del ‘super uomo’ annunciato nel Così parlò Zarathustra dal celebre filosofo tedesco.
Molto diverso è, invece, lo sviluppo della vicenda, poiché se nel film di Hitchcock, sceneggiato da Arthur Laurents a partire dalla tragica pièce scritta dal noto drammaturgo britannico Patrick Hamilton, il tutto si risolve all’interno di un quadro soggettivo, intimo e privato, con James Stewart nel ruolo del giudice etico, in Frenesia del delitto l’incandescente materia trattata diviene la robusta impalcatura per un classico legal drama, in cui a giganteggiare è niente meno che Orson Welles (nei panni dell’avvocato difensore dei due imputati), il quale, insieme a Dean Stockwell e Bradford Dillman, venne insignito, per la sua notevole performance, con il premio per la miglior interpretazione maschile al 12 Festival di Cannes.
Nell’uno e nell’altro film la premessa filosofica viene appena abbozzata – anche un po’ furbescamente, ammettiamolo – divenendo l’astuto espediente per mettere in scena un’interessante storia destinata a catturare l’attenzione dello spettatore. Frenesia di un delitto è basato sul romanzo Compulsion di Meyer Levin, ispirato al caso giudiziario di Nathan Freudenthal Leopold Jr. e Richard A. Loeb, due ricchi studenti dell’Università di Chicago, che il 21 maggio del 1924 assassinarono il quattordicenne Bobby Franks, venendo in seguito condannati all’ergastolo; ci si affidò, dunque, alla ricostruzione di un fatto di cronaca, trasponendolo nella contemporaneità, per attirare ancor più il favore del pubblico. Al di là della analogie, però, se non si può non riconoscere la superiorità di Nodo alla gola rispetto al suo epigono, lo sviluppo del racconto del film di Fleischer va a toccare diverse e più concrete corde, stimolando, ad esempio, una non banale riflessione sulla liceità della pena di morte all’interno di un sistema giudiziario di uno stato democratico, e, quantunque non manchino alcune scivolate nella retorica, la corposa arringa tenuta da Jonathan Wilk (Welles) provoca non poche suggestioni, invitando chi guarda a interrogarsi seriamente su come una comunità civile debba reagire ai reati che in essa si perpetrano.
Non ci soffermeremo in questa sede a questionare su quanto il pensiero di Nietzsche sia stato frainteso e volgarizzato al fine di creare una rapida e sostanziosa premessa all’azione (e ciò accade anche nel film di Hitchcock), piuttosto ci limitiamo a segnalare che, evidentemente, il ‘superamento di se stessi’ anelato dal filosofo aveva una chiara impronta comunitaria, comportava cioè un balzo in avanti dell’umanità tutta, non potendosi realizzare a partire da alcune, isolate, azioni di taluni individui esaltati e sprovveduti.
Rimane ferma l’assoluta bontà del film, impreziosita dalle memorabili interpretazioni dei protagonisti. Per questo ei suddetti motivi ve ne consigliamo caldamente la visione.
Pubblicato da Sinister Films e distribuito da CG Entertainment, Frenesia del delitto è disponibile in dvd, in versione restaurata in alta definizione, in formato 2.35:1 con audio in italiano e originale (DD Dual Mono) e sottotitoli opzionabili. Nei contenuti speciali la galleria fotografica.
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