Storie inquietanti, personaggi perversi, finali altisonanti: la produzione letteraria di Stephen King pullula di romanzi incisivi, riconosciuti a livello internazionale come dei veri e propri capolavori. Molti registi, infatti, hanno scelto di trasporre le sue opere sul grande schermo – prime su tutti It, Christine – La macchina infernale, Carrie e L’acchiappasogni – sfruttando l’occasione per unire generi diversi all’interno dello stesso prodotto. Anche il danese Nicolaj Arcel, autore di A Royal Affair e sceneggiatore di Uomini che odiano le donne, firma La torre nera, una pellicola fantasy e avventurosa che prende spunto dall’omonima serie di 8 romanzi, pur scegliendo di ambientarsi dopo di essi. Il pubblico a cui Arcel destina l’opera, infatti, è proprio quello degli amanti dello scrittore ma, provocatoriamente, realizza un prodotto completamente antikinghiano sia nella forma che nella sostanza.
La vicenda viene raccontata dal punto di vista di un bambino “speciale”, Jake (Tom Taylor), che ha capacità psichiche molto sviluppate e, per questo, viene ritenuto strano e, quasi, pazzo dai suoi coetanei. Invece di passare i pomeriggi giocando con il suo unico amico, infatti, traspone freneticamente su carta i suoi incubi, delineandone minuziosamente i dettagli con la matita o con il carboncino. I protagonisti delle sue disavventure non sono semplici personaggi di storie immaginarie, bensì persone reali che possiedono un’identità precisa e un background definito ma conducono un’esistenza difficile che li allontana dalla loro missione primordiale. Quando Jake capisce che le sue visioni non sono altro che un fedele reportage di una realtà parallela, i suoi eroi acquistano consistenza, lasciando trapelare, a causa della loro umanità, i propri pregi e difetti. Si scontra così con due antieroi, Roland, il Pistolero fallito (Idris Elba) che ha dimenticato il proprio ruolo e Walter (Matthew McConaghey), uno stregone egocentrico che crede di dominare il mondo attraverso il culto della propria persona. Contro ogni legge della fisica, Jake varca universi lontani attraverso codici di accesso e portali invisibili che (con)fondono realtà e illusioni, sogni e paure, mentori e rivali. Il suo dono di poter vedere attraverso i mondi, trasforma presto il ragazzino nel difensore di una torre al centro dell’universo che protegge l’umanità dal male assoluto e ne svela la predestinazione a divenirne il salvatore.
Nonostante le buone performance attoriali, però, La torre nera si rivela una pellicola artificiosamente oscura, piena di lacune nella sceneggiatura e di sospensioni nel ritmo della narrazione, sempre interrotta, deviata, snaturata e, quindi, lontana dalla sua magica radice.