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Locarno 70 (Concorso): Charleston di Andrei Cretulescu, commedia amara che continua il felice momento del cinema rumeno

Charleston, opera prima di Andrei Cretulescu, è una commedia amara che si inserisce nel felice momento della giovane cinematografia rumena. Una storia di due uomini dalle psicologie contrapposte alle prese con la rielaborazione della perdita della donna amata

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In prima mondiale nel concorso internazionale del 70 Festival di Locarno, Charleston è l’opera prima del giovane Andrei Cretulescu che va a infoltire la schiera di registi del nuovo cinema rumeno. Cinematografia rumena vivace e piena di vitalità e la pellicola è un ulteriore esempio di una produzione nazionale molto attiva.

Questa volta, a differenza dei suoi colleghi più blasonati come Cristi Puiu e Cristian Mungiu, siamo dalle parti della commedia, anche se il punto di partenza è un evento drammatico. L’incipit di Charleston mette in scena la morte accidentale di una donna investita da un’auto. Il marito, pochi giorni dopo, passa il suo 42 compleanno solitario e affogando il dolore nell’alcol. A nulla vale l’intervento di un caro amico che cerca in tutti i modi di lenire il torpore di Alexandru. Senonché subito dopo appare alla sua porta un giovane uomo, Sebastian, che gli confessa, sulla soglia dell’appartamento, di essere l’amante della sua defunta moglie.

La reazione del vedovo è violenta: sferra un pugno a Sebastian crolla svenuto. Lo porta all’interno dell’appartamento e dopo averlo risvegliato gli chiede spiegazioni. Inizia così un confronto tra i due uomini entrambi travolti dal dolore per la perdita della donna amata. Cretulescu in Charleston utilizza un artificio classico del buddy movie con la caratterizzazione di personalità manichee e contrapposte dei personaggi. Da un lato, Alexandru è un uomo virile e roccioso, deciso e senza nessuna remora all’azione e reazione immediata contro chiunque. Dall’altro, Sebastian è un giovane con un’anima femminea, dolce, acquiescente, romantico. Ha conosciuto la donna solo cinque mesi prima e ne è diventato l’amante segreto, ma il suo innamoramento è tale che la rielaborazione del proprio lutto la vuole vivere condividendola con il marito di lei.

L’evoluzione della sceneggiatura è abbastanza classica e lineare, passando da un primo rifiuto di Alexandru della sola presenza di Sebastian fino a una condivisione di esperienze comuni, portandoli fino a un comune viaggio verso la tomba della donna. I due personaggi rappresentano in assenza il carattere della donna morta, dove le peculiarità dell’uno completano quelle dell’altro, comprendendo l’innamoramento come la ricerca della perfezione maschile nei suoi multipli. Di riflesso, si capisce che Alexandru e Sebastian sono la rappresentazione scopica dell’uomo perfetto: da un lato l’animus maschile, dall’altro l’anima femminile, in un mix separato dalla distanza fisica, ma vissuto dalla donna con serenità. E Cretulescu è bravo a far percepire tutto questo dalle poche inquadrature iniziali di Charleston, dalla telefonata che riceve la donna nel bar e dai suoi movimenti poco prima di morire.

La morte in Charleston è in sottrazione: l’incidente non è mostrato direttamente, ma solo attraverso uno scarto visivo e sonoro, con la macchina da presa che inquadra l’auto in frenata, dopo che la donna scompare dietro l’angolo di una casa. E questo è l’elemento stilistico principale del film: basato su dialoghi secchi e serrati su un contrappunto di sequenze piane e di lunghe inquadrature. La macchina da presa si fa vedere poco, perché così l’assenza del mezzo cinematografico dà forma al contenuto della narrazione.

Charleston è un’opera già matura, dove si sorride amaramente. La storia di un amore vissuto di sponda, di riflesso dai due uomini che si cullano nel ricordo romantico della donna amata.

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