Settimo film di Nicholas Ray, il celebre regista americano adorato da Jean-Luc Godard e Wim Wenders (quest’ultimo, in particolare, gli ha dedicato un lungometraggio, Lampi sull’acqua – Nick’s Movie, 1980), Neve rossa (On Dangerous Ground, 1951) è un noir atipico, laddove l’ambientazione cittadina della prima parte, in cui abbondano gli stereotipi del genere, cede il passo ad un nevoso paesaggio montano nella seconda, in cui i toni virano (apparentemente) verso il melò.
Jim Wilson (Robert Ryan), della polizia di New York, ha metodi troppo violenti. È sprofondato nelle tenebre delle notti della metropoli, attraversate in lungo e in largo da un’umanità miserabile, di fronte alla quale sviluppa un’atavica sfiducia nel prossimo. Per tali motivi, i suoi superiori lo trasferiscono in una regione montana per risolvere il caso dell’omicidio di una ragazza. Qui incontra una donna cieca, Mary Malden (Ida Lupino, oltre che valente attrice, una delle prime donne filmakers ad imporsi in un universo cinematografico prevalentemente maschile), sorella del giovane uomo, con disturbi mentali, che ha commesso il delitto.
La dialettica dell’incontro tra due universi che risuonano (Jim e Mary) si perfeziona attraverso la presenza di un ‘mediatore evanescente’ (il fratello di Mary), una sorta di ‘terzeità costituente’, ovvero quello sguardo che oggettiva un rapporto che, con il riflesso di un’alterità, viene tradotto in rappresentazione. Questo, almeno, appare il primo stadio di una relazione che poi, invece, si eleva di grado, laddove la dipartita finale del criminale in fuga agevola una trasfigurazione che riposiziona le prospettive, segnando il superamento della rappresentazione stessa.
Detto in altri termini: gli occhi di Danny (il fratello), inizialmente necessarissimi per completare la mancanza di Ida, dopo il decesso del ragazzo vengono rimpiazzati da quelli di Jim, che, dunque, riesce finalmente a trovare uno spazio in cui collocarsi e acquisire senso. Non solo: la dimensione dialettica, dopo questa successione degli eventi, lascia il passo allo srotolarsi di un piano d’immanenza in cui prende corpo una gioiosa indiscernibilità, quella tra Mary e Jim, giacché, l’una, per il bisogno di un aiuto concreto, e l’altro, finalmente disposto a concedere fiducia a qualcuno, si compenetrano, divenendo, si perdoni l’iperbole, quasi indistinguibili, come se formassero un organismo unico pronto ad ‘essere-di nuovo-nel mondo’.
Sarebbe ingiusto, crediamo, appiattire Neve rossa in una lettura che non tenga conto della raffinata articolazione del rapporto tra i due protagonisti, limitandosi a registrare i caratteri salienti del film all’interno di un rigido schema di genere. Di più: l’arrivo improvviso di Jim nella landa nevosa e isolata in cui risiede Mary sembra quasi – e qui probabilmente chi scrive si lascia trascinare da suggestioni che non riesce a domare – l’irruzione del cinema, con i chiaroscuri e i contrasti di luce che inevitabilmente comporta. Solo una volta, durante i 78 minuti di durata del film, Ray ci offre una soggettiva della donna: in realtà, seppur con una notevole riduzione della funzione, Mary non è completamente cieca, carpisce un mondo dai contorni confusissimi; a Jim, dunque, è affidato il compito di fornire alla donna gli strumenti per poter fruire di una realtà di cui non percepisce che un pallido riflesso. Il cinema, allora, è il risultato del loro incontro, nel senso che l’automatismo del dispositivo magicamente si innesca attraverso un rapporto macchinico di completamento che ridefinisce i soggetti coinvolti, e li fa svanire all’interno di un insieme che non tollera confini e separazioni.
Non sappiamo se Mary si sottoporrà all’intervento che gli era stato suggerito per riacquistare la vista (ammesso che l’esito sia positivo), ma una volta che l’unione si è verificata questa eventualità diviene un dettaglio privo d’importanza, dato che il duo Mary-Jim è completamente autosufficiente, non necessita di altro. Non è, si badi bene, un rapporto basato su un parassitismo reciproco, ma un incontro, un Evento che libera un ‘soggetto comunitario’ potenziato e, soprattutto, ridotato di senso.
Pubblicato da Sinister Film e distribuito da CG Entertainment, Neve rossa è disponibile in dvd in formato 1.33:1, con audio in italiano e originale (DD Dual Mono) e sottotitoli opzionabili. Nei contenuti extra la galleria fotografica.
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