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Film da Vedere

Ludwig di Luchino Visconti

Punto di non ritorno della cinematografia viscontiana, Ludwig è la seconda parte del testamento artistico del regista-conte. Della terna di film-summa, aperta da Morte a Venezia e chiusa da Gruppo di famiglia in un interno, Ludwig è il capitolo più indirettamente autobiografico

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Ludwig, un film del 1973 diretto da Luchino Visconti sulla vita di Ludovico II di Baviera. Interpretato da Helmut Berger, Romy Schneider, Trevor Howard, Umberto Orsini e Silvana Mangano, è il terzo e ultimo film della “trilogia tedesca”, di cui fanno parte anche La caduta degli dei (1969) e Morte a Venezia (1971).

Il giovane Ludwig, re di Baviera, ha un progetto ambizioso: essere, per i suoi sudditi, un monarca illuminato sul modello dei regnanti rinascimentali. Ospita Richard Wagner, fa costruire un teatro per rappresentare la sua musica, quel sogno di “opera d’arte totale” del musicista ormai privo di scrupoli. Ludwig, emarginato dal governo e disilluso dal tradimento di Wagner, inizia un’esistenza da esteta decadente, tossicodipendente innamorato del bello e amante dei suoi camerieri.

Punto di non ritorno della cinematografia viscontiana, Ludwig è la seconda parte del testamento artistico del regista-conte. Della terna di film-summa, aperta da Morte a Venezia e chiusa da Gruppo di famiglia in un internoLudwig è il capitolo più indirettamente autobiografico rispetto agli altri due, più smaccati e plateali nell’identificazione dell’autore col personaggio principale. Tuttavia non si dovrebbe giudicare un’opera d’arte in relazione alla biografia dell’autore e il giudizio sul film in sé deve essere necessariamente e il più possibile oggettivo.

Film più melodrammatico che politico (il giudizio sull’operato di Ludwig sta allo spettatore, quello sugli affetti e sulle passioni non può compiersi perché ingiudicabili), è un fluviale (più di quattro ore) romanzone intimista en plein air interessantissimo per la sua capacità di mantenere alto il ritmo dello spettacolo nonostante l’infinita durata, per l’armonia e il gusto del racconto popolare in una tragedia di palazzo (e il merito è soprattutto di Suso Cecchi D’Amico ed Enrico Medioli) e per lo splendore squisitamente figurativo (fotografia di Armando Nannuzzi, scene di Mario Chiari, costumi di Piero Tosi nominati agli Oscar). Helmut Berger nel ruolo della vita, naturalmente.

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  • Anno: 1973
  • Durata: 173'
  • Genere: Biografico
  • Nazionalita: Italia, Germania, Franci
  • Regia: Luchino Visconti

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