Come volevasi dimostrare a livello di pensiero, a differenziare le prerogative delle varie entità statuali c’è rimasto solamente il baluardo rappresentato dalle vecchie ideologie che, di volta in volta, tornano comode agli uni per far finta di essere diversi dagli altri. Sul piano pratico è invece tutt’altra cosa, come dimostra nel suo piccolo la globalizzazione culturale presente nel cartoon di cui andiamo a scrivere. Savva di Maksim Fadeev appartiene a quella piccola fetta di film d’animazione che riesce a spezzare l’oligarchia delle produzioni statunitensi, provenendo da quella Russia che grazie al successo di un brand come Masha ed Orso ha conquistato una quota di mercato che oggi permette al lungometraggio di Fadeev di trovare spazio nelle sale cinematografiche di tutto il mondo (non a caso la versione internazionale è doppiata da importanti attori americani). Ma, a differenza della serie prodotta dagli Animaccord Studios, che si distingue per un punto di vista fortemente autoctono, fungendo addirittura da organo di propaganda del nuovo corso della politica dell’ex Unione Sovietica, quello di Savva appare sia nei contenuti che nei personaggi un compendio dei tanti titoli realizzati oltreoceano.
Così sembrano infatti le vicissitudini del protagonista, l’indomito ragazzino che per liberare il suo villaggio dai predoni che lo tengono in scacco si mette in viaggio alla volta del mago che può aiutarlo a sconfiggerli, coinvolgendo nella missione una compagnia di alleati alquanto singolare. Dalla fauna antropomorfa, tanto variegata nelle forme quanto differenziata nei propositi, il bestiario animato anche qui assolve il compito di rallegrare e spaventare insieme i giovani spettatori, accostando le terribili scimmie che si frappongono tra il nostro e la sua meta finale ad un campione di forza e di coraggio qual’è Angee, il lupo bianco, che aiuterà Savva a sconfiggere i suoi nemici. Senza dimenticarsi del batuffolo rosa che risponde al nome di Puffy, al quale, con la sua tenerezza, spetta il compito di fare da contraltare ai ghigni delle malevoli creature destinate ad ostacolare il percorso dei nostri eroi.
Senza farsi mancare canzoni e balletti coreografici, Savva potrebbe essere una rivisitazione in chiave fantasy dei vari Il re Leone e Madagascar solo per citarne due, se non fosse per la resa grafica, la quale, non potendo contare sul realismo dei prototipi statunitensi si affida a una stilizzazione capace di accentuare il tratto infantile delle figure, rendendole più affini alla sensibilità dei giovanissimi. Detto questo, il fatto di essere un prodotto derivativo nulla toglie a Savva in termini di piacevolezza e intrattenimento, senza contare che arrivando alla fine si potrebbe scoprire di essersi affezionati ai suoi personaggi.