Reviews

The War – Il pianeta delle scimmie, un film commovente e profondamente emozionante che travalica il mero intrattenimento

Reeves con The War – Il pianeta delle scimmie crea un prodotto altisonante, commovente e profondamente emozionante che travalica il mero intrattenimento

Published

on

Il romanzo Il pianeta delle scimmie venne pubblicato da Pierre Boulle nel lontano 1963. Il suo inebriante carisma basato dalla commistione di dramma, fantascienza e avventura, portò ben presto il produttore Arthur P. Jacobs ad accaparrarsene i diritti e ad affidare la regia ad artisti come Franklin Schaffner, Ted Post, Don Taylor e J. Lee Thompson, per curarne cinque trasposizioni cinematografiche. A queste, seguirono poi l’omonimo remake firmato da Tim Burton (Miss Peregrine e la casa dei ragazzi speciali) e due reboot siglati rispettivamente da Rupert Wyatt (Prison Escape) e Matt Reeves (Cloverfield). Quest’ultimo, avendo già dimostrato il proprio valore, siede nuovamente in cabina di regia e firma The War – Il pianeta delle scimmie, l’ipotetica conclusione di una trilogia destinata a brillare di luce propria.

La lotta tra bene e male perde la sua connotazione generale per sposare, invece, una componente prettamente specifica e intimista. Gli uomini, infatti, avendo raggiunto tecnologie avanzate e avanguardiste, hanno perso completamente il valore dei sentimenti e si sono votati a una selvaggia guerra fratricida senza precedenti. Non riuscendo più a distinguere i nemici dagli amici, né gli umani dagli animali, sono divenuti piuttosto automi di un mondo distopicamente avido e capitalistico che non ammicca a nulla tranne che a se stesso.

La vertiginosa performance capture della Weta Digital non ammette esclusioni di colpi: maestosa, imponente e suggestiva, conferisce alle scimmie una grazia e una leggiadria senza eguali, trasformando, così, delle semplici scimmie ammaestrate, in una vera comunità addomesticata ed evoluta. Più umane degli umani stessi, le creature del futuro sono caratterizzate da una purezza d’intenti superiore a qualsiasi questione razziale e dittatoriale. Il loro leader, Cesare, inneggia alla democrazia di Giulio Cesare, l’uomo che rese grande l’impero romano e che pose le basi della società moderna, cui egli stesso aspira.

Insieme a Mark Bomback (Wolverine – L’immortale), Reeves cura anche la sceneggiatura della pellicola e utilizza temi e stilemi del cinema western alla Sergio Leone, tratteggia i protagonisti come eroi di un antico ciclo epico e avventuriero e intarsia ironicamente la narrazione di riferimenti ai grandi registi del passato come Stanley Kubrick. Supportato inoltre dalle solenni melodie di Michael Giacchino (Rogue One: A Star Wars Story) e dalla suggestiva fotografia di Michael Seresin (Harry Potter e il prigioniero di Azkàban), Reeves crea un prodotto altisonante, commovente e profondamente emozionante che travalica il mero intrattenimento.

Commenta
Exit mobile version