Si è concluso con una serata di gala a Piazza Roma, che negli appuntamenti precedenti aveva ospitato Toni Servillo, Paolo Ruffini, gli attori protagonisti di Gomorra e Lino Banfi, presentata da Fabrizio Frizzi la prima edizione del Benevento Cinema e Televisione, prima rassegna nazionale dedicata ai protagonisti del piccolo e del grande schermo.
Tra gli artisti che hanno sfilato sul red carpet in occasione della serata finale, abbiamo incontrato la giovanissima Ginevra Nuti, figlia del regista, attore e cantante Francesco Nuti; sul palco del BCT Ginevra ha cantato la canzone Sarà per te, con cui suo padre – a cui lei è molto legata – partecipò a Sanremo nel 1988,
E’ tanta l’emozione per la giovane cantante, che ha mosso i suoi primi passi nel mondo della canzone quando era in seconda media e iniziò a prendere lezioni di canto e che a diciotto anni si prepara a spiccare il volo, forte dell’affetto dei suoi genitori (la mamma è Annamaria Malipiero, attrice nota al pubblico per la sua partecipazione alla soap Vivere).
E sul cinema ci racconta di un cortometraggio girato qualche anno fa come attrice protagonista, che narrava la storia di una ragazza che non aveva rapporti con il padre. E ci dice che se dovesse lavorare per il cinema, probabilmente le piacerebbe scrivere.
Ginevra Nuti appartiene sicuramente alla giovane generazione di artisti incontrati durante le serate del Benevento Cinema e Televisione, pronti a raccogliere il testimone dei grandi artisti del passato e continuare a raccontare, nelle diverse forme di espressione, il cambiamento dei nostri tempi.
All’Hortus Conclusus di Benevento, Massimiliano Bruno ha parlato al pubblico del suo ultimo successo Beata Ignoranza ; l’idea è nata dal fatto che lo stesso Bruno stava molto spesso sui social network e per questo non andava più al cinema, a teatro e leggeva meno libri.
Ha scritto quindi una storia con protagonisti due personaggi al limite, il super social Filippo (Alessandro Gassman) e il conservatore, lettore di periodici di carta, Ernesto (Marco Giallini); è una storia di sentimenti e divertimenti dove naturalmente vince la teoria del giusto mezzo.
Lavorare con due attori molto diversi come Gassman e Giallini ha arricchito l’esperienza: “Gassman è regolare, arriva un’ora prima e si impara la sua parte e quella degli altri, mentre Giallini è un grande talento istintivo” che non impara bene la parte proprio per poterla recitare e con più libertà e migliorarla con l’improvvisazione. E’ un irregolare, che si combina bene con Gassman e per questo creano una giusta mistura.