Prima di Andrew Gardield (l’ottimo interprete del Silence di Scorsese), era stato Tobey Maguire (attore di pellicole come Il grande Gatsby e Seabiscuit) ad indossare egregiamente la calzamaglia dell’Uomo Ragno tessuta dal mastodontico Sam Raimi (regista de La Casa). Nessuno dei due attori, però, aveva la costituzione e l’età giusta per interpretare sul grande schermo una pellicola ispirata alla versione originale dell’Uomo Ragno, il personaggio impulsivo, immaturo e sconsiderato cui Stan Lee e Steve Ditko avevano dato vita nel lontano 1962 per la Marvel Comics. Ecco perché lo Spider – Man: Homecoming di Jon Watts si configura subito come il dichiarato ritorno alle origini di uno dei supereroi più amati di tutti i tempi.
Peter Parker è, infatti, un ragazzo come tanti altri, un adolescente ingenuo e confuso che non riesce ad esprimere i propri sentimenti nei confronti della ragazza di cui è innamorato, ha problemi con i bulli della scuola e ha difficoltà a richiedere l’aiuto degli adulti. Inconsapevole dei propri limiti, il nuovo protagonista si lancia all’avventura senza pensare minimamente alle conseguenze delle proprie azioni e ai pericoli a cui espone se stesso e gli altri. Convinto che la gloria si guadagni con le visualizzazioni su YouTube e con i like sui social network, Parker condivide i video delle proprie imprese, trasformando così l’Uomo Ragno in un personaggio pubblico e facilmente accessibile ai suoi coetanei. Tom Holland (già interprete di prodotti come Heart of the sea e The impossible) si rivela l’attore perfetto per il ruolo: carismatico, divertente e umoristico al punto giusto, preferisce divenire “un eroe springsteeniano della classe operaia” piuttosto che il nuovo membro della squadra degli Avengers.
Davanti ai consigli di un mentore come Robert Downey Jr. nei panni del miliardario Tony Stark, e alle rivalità con un Michael Keaton in versione hi-tech di Birdman, Parker acquisisce non soltanto un costume di ultima generazione dotato dei comfort più eleganti e raffinati, ma impara presto a suon di punizioni che non serve il costume per creare il personaggio, basta la persona e la purezza dei suoi intenti. Allo stesso modo, il regista Jon Watts (autore soltanto del divertente Clown e di CopCar) utilizza l’entrata in scena del suo personaggio nella pellicola Captain America: Civil War e ne racconta la storia, svelandone limiti e debolezze. Spider – Man: Homecoming, dunque, è una pellicola energica e arguta che miscela sapientemente caratteristiche del teen movie con i graffianti effetti digitali del cinecomic, funambolicamente divisa tra ironia alla Deadpool e self consciousness.