Bella addormentata, un film del 2012 diretto da Marco Bellocchio. Il film è interpretato da Toni Servillo, Alba Rohrwacher, Pier Giorgio Bellocchio, Michele Riondino, Maya Sansa, Isabelle Huppert, e Gianmarco Tognazzi. È stato presentato in concorso alla 69ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e successivamente al Toronto International Film Festival.
Ispirato al drammatico caso di Eluana Englaro, vittima di un incidente stradale che l’ha costretta a 17 anni di stato vegetativo e morta a Udine nel 2009 in seguito all’interruzione della nutrizione artificiale per volontà del padre. Marco Bellocchio ricostruisce gli ultimi sei giorni di una ragazza in coma attraverso tre episodi che mettono in risalto differenti punti di vista, appartenenti a una madre attrice (Isabelle Huppert) che rinuncia a tutto a causa della disperazione di vedere la figlia ridotta a un vegetale, a un medico (Pier Giorgio Bellocchio) che fa di tutto per salvare una ragazza (Maya Sansa) dal suicidio fisico e a Maria (Alba Rohrwacher), attivista ultracattolica e figlia di un deputato del Pdl (Toni Servillo) – in disaccordo con le linee del suo partito per il voto al provvedimento Sacconi – che protesta davanti alla clinica dov’è ospitata Eluana. Durante le manifestazioni di dissenso, Maria viene in contatto con Roberto (Michele Riondino), un contro manifestante laico di cui si innamora.
La Bella Addormentata di Marco Bellocchio non è Eluana Englaro. Non è nemmeno Rossa, la tossicodipendente con il desiderio di togliersi la vita, tantomeno è la Divina Madre, rinunciataria del proprio mondo e della propria identità per dedicarsi alla figlia. La Bella Addormentata non è neanche Maria, assopita nel ricordo di un’immagine a cui ha associato un significato sbagliato. La Bella Addormentata è la coscienza civile di un popolo che fatica a risvegliarsi, soggiogata dalla volontà altrui che decide e determina ogni passo.
Costruito in maniera asciutta e rigorosa, Bella addormentata è un’opera di impegno e non di politica. Bellocchio si impegna (e ci riesce) nel non fornire la sua personale visione sul tema eutanasia, offre diversi punti di vista che spingono a protendere ora per una tesi ora per quella contraria. Con un montaggio alternato che sovrappone le tre/quattro diverse linee narrative, si procede dritti verso il finale senza ellissi esplicativi o tentativi pedagogici di imporre una propria convinzione.
Toni Servillo nei panni del senatore Beffardi e Isabelle Huppert in quelli della Divina Madre non lasciano spazio agli ottimi comprimari con cui si confrontano, fornendo un’interpretazione che colpisce per modulazione e potenza. Da tenere d’occhio per il futuro il giovane Fabrizio Falco, qui fratello indemoniato di Michele Riondino ma già protagonista di E’ stato il figlio di Ciprì.