fbpx
Connect with us

Film da Vedere

I cancelli del cielo di Michael Cimino

Un film politico, sovversivo, coraggioso, sfacciato. Un dispendio mostruoso di risorse e energie al servizio di un'opera personale e autarchica, pesantissima, grandiosa, monolitica

Pubblicato

il

 I cancelli del cielo (Heaven’s Gate), un film del 1980 scritto e diretto da Michael Cimino. È un western epico liberamente ispirato alla guerra della Contea di Johnson, e ritrae una disputa fittizia tra i proprietari terrieri e gli immigrati europei nel Wyoming nel 1890. Il film ha come protagonisti Kris Kristofferson, Christopher Walken, John Hurt, Sam Waterston, Brad Dourif, Isabelle Huppert, Joseph Cotten e Jeff Bridges.

Vi furono grandi battute d’arresto nella produzione del film a causa del superamento di costi e tempo, pubblicità negativa e voci circa il presunto stile registico prepotente di Cimino. All’uscita ricevette recensioni negative e incassò meno di tre milioni di dollari in patria (a fronte di un budget stimato di 44 milioni), avvicinando al collasso la società di distribuzione, la United Artists, e distruggendo effettivamente la reputazione di Cimino, in precedenza uno dei registi in ascesa di Hollywood grazie al suo celebre film del 1978 Il cacciatore, che aveva vinto cinque Premi Oscar 1979. Cimino aveva una visione costosa e ambiziosa per il film e si spinse a usare oltre quattro volte il budget previsto. I problemi finanziari del film e il conseguente trasferimento della United Artists portarono a un allontanamento dalla filosofia della Nuova Hollywood a favore di un maggior controllo delle case di produzione sui film.

Col passare del tempo, un certo numero di valutazioni sono diventate più sfumate e, in alcuni casi, più positive, e Alberto Barbera ha descritto I cancelli del cielo come un “capolavoro moderno”, il cui rimontaggio dopo l’insuccesso delle proiezioni per la stampa sarebbe stato “una delle più grandi ingiustizie della storia del cinema”.

Siamo nella contea di Johnson, nello Wyoming, verso la fine del secolo scorso. I grandi allevatori sono in guerra contro gli immigrati dall’Europa dell’Est, che reclamano la terra che è stata loro promessa. I contadini sono difesi dallo sceriffo Averill, mentre gli allevatori hanno come legale un amico di gioventù dello stesso Averill, Billy Irvine. Lo sceriffo riesce a organizzare militarmente gli immigrati e ad affrontare finalmente lo squadrone dei killer pagati dagli allevatori in una sorta di battaglia campale.

Le struggenti note iniziali di David Mansfield sui titoli di testa introducono un affresco maestoso, un vero e proprio kolossal. Comparse a centinaia, scene di ballo, feste, orchestre, lotte di galli, pubbliche assemblee, sparatorie e cavalcate di massa. Ma I cancelli del cielo è insieme una ballata triste e dolente. Amara, disillusa, intimista. Un canto del cigno dell’America delle origini, dei suoi principi, dei suoi ideali, dei sogni e delle sue utopie. Una denuncia contro l’ingiustizia, i soprusi del potere. Le istituzioni e la legge che impongono con la forza una dittatura violenta e spietata. I ricchi possidenti da una parte, i poveracci, gli emigranti, affamati in cerca di cibo e un pezzo di terra da addomesticare dall’altra. Miserabili che si spezzano la schiena per un po’ di grano, costretti a rubare per un pezzo di pane, per un po’ di carne. Destinati ad essere assassinati senza processo. In mezzo una storia melò tra una prostituta innamorata del denaro, un giudice/sceriffo abbiente di sani principi, un vigilante romantico e ribelle. Le grandi distese del Wyoming, il bestiame, la lobby degli allevatori, l’esercito colluso, il governo e i suoi emissari, l’ombra della Presidenza, la lotta di classe. Un cantore dell’uomo filosofo e poeta arreso al sistema come cornice e collante tra i fondamenti di una civiltà e l’anima scura di una nazione. Una comunità in cerca di stabilità sociale da un lato, le corporazioni dall’altro, a difendere privilegi e profitti. Una denuncia anticapitalista. Le dolenti note di un violino, un’armonica blues, l’alcol per dimenticare le sofferenze della vita. La bandiera a stelle e strisce che sventola su fango, sangue e rovine. Un film politico, sovversivo, coraggioso, sfacciato. Un dispendio mostruoso di risorse e energie al servizio di un’opera personale e autarchica, pesantissima, grandiosa, monolitica. Pellicola leggendaria, crollo di una Major, fallimento colossale, flop storico. Imprescindibile. Cimino e un super cast da annali del Cinema. Maledetto.

  • Anno: 1980
  • Durata: 216'
  • Genere: Western, Drammatico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Michael Cimino

Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers