Toro scatenato, un film del 1980 diretto da Martin Scorsese.
È fra le opere più importanti nate dalla collaborazione tra il regista Scorsese e l’attore Robert De Niro.
Ispirato dall’autobiografia del pugile Jake LaMotta, Raging Bull: My Story, adattata da Paul Schrader e Mardik Martin, il film fu quasi interamente girato in bianco e nero.
Robert De Niro interpreta il ruolo del pugile peso medio italo-americano Jake LaMotta, dal carattere brusco e paranoico, che, cresciuto nel Bronx, si allena tenacemente per raggiungere i vertici della boxe, per poi subire una vera caduta, accompagnata da notevoli problemi con la famiglia e gli amici.
La sua interpretazione è unanimemente considerata come una delle più intense di tutta la storia del cinema (soprattutto nei suoi monologhi in camerino, prima dello spettacolo del vecchio LaMotta) e fu premiata con l’Oscar al miglior attore. Il ruolo del fratello-manager di Jake, Joey, è di Joe Pesci; per questa interpretazione, Pesci fu candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista.
Jake La Motta è cresciuto nell’ambiente degli italoamericani del Bronx ed è sempre stato orgoglioso della sua forza. È quasi normale per lui dedicarsi alla boxe, aiutato dal fratello Joey nelle vesti di allenatore e manager. Anche lui, però, per conquistare il titolo mondiale, deve sottostare alle leggi delle organizzazioni mafiose che ne controllano il sottobosco. Capolavoro di Scorsese e del cinema americano moderno, “Raging Bull” è un affresco sull’America (e sull’Italia), un omaggio al cinema (e alla sua morte), superbamente fotografato da Michael Chapman. Due soli Oscar, ma inappuntabili: al montaggio di Thelma Schoonmaker, e a De Niro (che ingrassò di trenta chili per le scene della vecchiaia del pugile).
Toro scatenato è entrato nell’albo dei capolavori del regista newyorchese e del cinema tutto, insieme all’immenso Taxi Driver e al magnifico Quei bravi ragazzi, senza dimenticarci dell’ottimo Casinò. Capolavori che devono molto a Toro scatenato (eccetto Taxi Driver, unico nel suo genere), per l’impostazione dell’azione, per i risvolti della vicenda, per l’ascesa dell’eroe a cui, inevitabilmente, segue un declino lento e doloroso. Paul Schrader è il portavoce (e il cantore) dei vinti dalla vita, dei falliti, di coloro i quali non sono riusciti a realizzare gli obiettivi primari della propria esistenza, della solitudine in un mondo spiazzante e caotico, della colpa, del peccato che ogni uomo commette nella vita. Nessuno sarebbe stato più adatto di lui nello sceneggiare Toro scatenato. Il bianconero funziona alla grande, spezza la monotonia dei film scorsesiani girati a colori, è cronologicamente fedele ai fatti accaduti in un lasso di tempo che va dai primi anni ’40 sino agli ultimi anni ’50. Toro scatenato è il miglior film pugilistico della storia del cinema, De Niro, in uno dei suoi ruoli migliori, prese ben trenta chili per entrare nella parte.